AlixPartners: ripresa mercato auto limitata, pesa rincaro energia

In Europa costo di produzione è aumentato di 500 euro circa

Milano, 9 nov. (askanews) – I volumi di vendita globali di auto confermeranno nel 2022 la lieve flessione rispetto al precedente anno, raggiungendo 78 milioni di vetture rispetto alle 80 del 2021 e ancora lontane dai livelli 2019 (90 milioni di veicoli). Le previsioni, si legge nel Global Automotive Outlook di AlixPartners, indicano un graduale recupero nel 2023 e nel 2024, rispettivamente a 84 e 90 milioni di veicoli, guidato dalla progressiva riduzione della tensione sulle forniture di semiconduttori e dal mercato cinese che potrebbe attestarsi a oltre 30 milioni di veicoli venduti nel 2026 (24,4 mln nel 2022, +2%) aumentando la propria incidenza sulle vendite globali a discapito di Europa e Stati Uniti. In Europa le stime indicano per il 2022 vendite di 15 milioni di veicoli (-11% sul 2021) e 15,9 milioni nel 2023, mentre nel 2025 si dovrebbero attestare a 17,7 milioni, registrando ancora un calo del -15% rispetto ai 20,8 milioni del 2019 pre-covid.

Nel complesso contesto economico, industriale e politico, il mercato italiano – previsto in calo nel 2022 con volumi pari a 1,3-1.4 milioni di veicoli (-0,7 milioni e -34% rispetto al 2019) – è previsto recuperi lentamente per tornare a circa 1,6 milioni di veicoli nei prossimi 3 anni e attestandosi comunque a livelli sostanzialmente inferiori rispetto ai livelli pre-Covid (-23%). Nel contempo, i costruttori asiatici (cinesi e coreani) hanno registrato una sostanziale crescita di quota di mercato (+25% tra il 2019 e settembre 2022).

L’attesa recessione, la continua tensione sulla disponibilità di semiconduttori, il costo delle materie prime (inclusa energia) e il contesto geopolitico sono i principali elementi che rallentano la ripresa dei volumi.

L’aumento del prezzo dell’energia ha comportato in Europa un aumento dei costi di produzione di una vettura con motore a combustione di circa 500 euro per unità.

Sul fronte delle materie prime, anche in funzione dell’attesa recessione e del generalizzato calo della produzione industriale, si registra una riduzione del costo delle materie prime contenute in un veicolo di segmento medio del 38% rispetto al picco di marzo 2022 (1.850 usd/veicolo a settembre 2022 rispetto a 2.970 usd/veicolo in marzo 2022), comunque ancora molto superiore (circa 370 usd/veicolo) rispetto ai valori medi 2020 (1.475 usd/veicolo).

Per le materie prime necessarie per la produzione di un veicolo a elettrico a batteria, la diminuzione dei costi tra marzo e settembre 2022 è significativamente inferiore e limitata al 26%, rimanendo di gran lunga superiore ai valori medi del 2020 (incremento settembre 2022 vs. media 2020 di circa 2.150usd/veicolo).

“Il contesto generale di mercato si è complicato ulteriormente alla luce delle prospettive di recessione, con un indebolimento della domanda che potrebbe rendere complesso difendere i livelli di profittabilità record dei costruttori. La parziale riduzione dei costi delle materie prime rispetto al picco di marzo 2022 (-38%) è tuttavia parzialmente vanificato dal contemporaneo aumento di circa 500 euro a veicolo derivante dall’aumento recente del costo dell’energia: la tensione sui costi e sulla loro ridistribuzione nella catena di fornitura rimangono centrali per l’industria”, commenta Dario Duse, Emea co-leader dell’Automotive & Industrial team e Country Leader Italia di AlixPartners.

Sul fronte dell’utilizzo, il repentino aumento dei prezzi energetici aumenta ulteriormente il numero di chilometri da percorrere per pareggiare il differenziale di prezzo rispetto alle equivalenti vetture con motore termico: il punto di pareggio Bev rispetto a Ice passa da 105.000 km nel 2020 a 415.000 km attuali.

“Nella prospettiva del consumatore, l’aumento dei costi energetici allontana ancora di più la percorrenza necessaria per arrivare a un sostanziale pareggio tra vetture a combustione (Ice) ed elettriche (Bev): con i valori attuali del costo dell’energia, sono necessari circa 400.000 km per pareggiare il maggiore costo di acquisto; tale valore scende a circa 280.000 km considerando gli attuali incentivi, evidenziando ancora una volta la rilevanza degli aiuti di Stato come strumento fondamentale di supporto alla penetrazione delle vetture a batteria”, aggiunge Paolo Pucino, Director di AlixPartners.

La ricerca proprietaria AlixPartners, condotta su circa 450 executive, evidenzia il settore Automotive come quello a maggiore rischio di distress, anche al di sopra di industry come Retail e Oil&Gas. La stessa survey evidenzia anche che i criteri Esg sono considerati dalla grande maggioranza delle aziende come un elemento chiave per l’ottenimento e la sostenibilità delle performance finanziarie, nonché elemento chiave anche per l’accesso al credito.

In questo contesto, buona parte degli operatori del settore automobilistico (72% dei costruttori e 54% dei fornitori) risulta avere ratings Esg medio-bassi e deve quindi sviluppare e implementare ulteriori chiare azioni mirate al miglioramento delle performance Esg. In particolare, anche se l’Automotive non risulta tra i settori più esposti a rischi Esg, l’utilizzo di materie prime di estrazione mineraria (es. litio e cobalto), evidenziano la necessità di controllare e supportare anche lo sviluppo Esg all’interno della propria base di fornitura.