lunedì, Dicembre 2, 2024

Tajani al Cairo partecipa alla Conferenza umanitaria per Gaza

Anche l'occasione per un primo confronto...

La versione di Davide Casaleggio su cosa sta succedendo nel M5s (e non solo)

"L'Intelligenza artificiale apre nuovo spazio partecipazione"...

Aerei, Clark (Emirates): Sostenibilità e forniture sfide da vincere

AttualitàAerei, Clark (Emirates): Sostenibilità e forniture sfide da vincere

Il presidente di Emirates a 360 gradi sul settore dell’aviazione
Dubai, 4 giu. (askanews) – Problemi nella catena di approvigionamento, sostenibilità e intelligenza artificiale, affrontare e rispodere alla domanda in forte crescita. Tim Clark, presidente di Emirates, società ospite dell’80esimo Iata Agm in corso a Dubai, parla a 360 gradi delle sfide del mondo dell’aviazione in un’intervista ad Airlines.
I problemi con le forniture di Boeing, acutizzatisi dopo l’incidente dello scorso gennaio a un B737 di Alaska Airlines, hanno un impatto su tutta la filiera: “Abbiamo in corso un mega ordine con Boeing da oltre 50 miliardi di dollari per i B777 e i B787 – dice Clark – abbiamo grandi piani di sviluppo per cui dobbiamo essere fermi con i nostri fornitori con i quali abbiamo dei contratti. I ritardi che stiamo subendo, riceveremo il primo B777 di nuova generazione non prima del 2026, significa che dovremo ristrutturare i B777 attualmente in flotta. In passato abbiamo avuto problemi anche con Airbus per quanto riguarda l’A380 che aveva due sistemi IT che non comunicavano tra loro. Il punto è che abbiamo solo due produttori di aerei ‘widebody’ (a doppio corridoio ndr) e i problemi della catena di approvigionamento stanno andando avanti da troppo tempo. I due costruttori devono risolvere questi problemi, hanno portafogli gonfi di ordini e le compagnie hanno necessità che questi probemi vengano risolti”.
Altra sfida cruciale è quella della sostenibilità. Una sfida che il comparto aereo ha raccolto con l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050. “Il settore dell’aviazione – conferma Clark – è totalmente impegnato per raggiungere il target net zero 2050. Attualmente abbiamo ridotto del 50% le emissioni per sedile rispetto ai jet delle precedenti generazioni. In tale contesto i Saf (Sustainable aviation fuel ndr) sono molto importanti ma la produzione nel 2023 è stata di circa 500mila tonnellate ed è difficile prevedere di quanto aumenterà date le attuali limitazioni delle materie prime. Inoltre c’è da considerare il costo del carburante: Quale sarà se raggiungiamo una quota di Saf del 5 o 10% nel 2030?. Il tempo – sottolinea il presidente di Emirates – dirà se saremo in grado di raggiungere ‘Net Zero’ entro il 2050 ma nel frattempo abbiamo fatto tanti progressi che andrebbero comunicati meglio per accrescere il supporto ai nostri sforzi verso il raggiungimento dell’obiettivo”.
Una sfida, quella ambientale, che si intreccia con quella della catena di approvigionamento e con lo sviluppo di nuovi aerei: “Temo che nel nostro obiettivo di perseguire i target ambientali – spiega Clark – ci siamo troppo focalizzati sulle operazioni ‘single aisle’ (aereo a corridoio unico ndr) mentre per le rotte a medio e lugo raggio dobbiamo ancora affidarci a vecchi aerei e ai Saf. Ricordo che non ci sono alternative di trasporto valide ai viaggi aerei nel medio e lungo raggio. Attualmente in questo segmento non ci sono nuovi velivoli in progettazione, per i quali occorrerebbero almeno 15 anni, e sul mercato ci sono solo l’A350 e il B777. Questo è il classico caso dell”elefante nella stanza’: l’aviazione è in forte crescita e dobbiamo rispondere a questa domanda in maniera sostenibile ma ci troviamo a fare i conti con infrastutture, gli aeroporti, ed equipaggiamento, gli aerei, che non facilitano la nostra ambizione”.
La rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale non può non riguardare l’aviazione: “Nel nostro settore – dice Clark – usiamo l’AI in ogni momento. Per l’ottimizzazione dei ricavi, per le informazioni sui voli e in tanti altri contesti quotidianamente. L’AI sarà un elemento dirompente e c’è preoccupazione rispetto a quello che potrà accadere quando ci affideremo completamente alle macchine. Ma questo è un aspetto che riguarda anche l’intelligenza umana. Come impieghiamo l’AI nelle nostre vite e nel nostro lavoro. Nel futuro non mi sorprendebbe se l’AI ci mettesse nelle condizioni di lavorare solo tre giorni alla settimana, di creare maggiore ricchezza e una sua più equa distribuzione. Questo significa che la gente viaggerà di più e noi useremo l’AI per facilitare questo processo in maniera sostenibile. E questo – conclude – sarà un aspetto estremamente positivo”.

Potrebbe interessarti

Check out other tags:

Articoli Popolari