A Parma si riunisce filiera casearia per il Dairy Summit 2023

Focus sulle conseguenze della riforma delle Ig

Roma, 8 nov. (askanews) – I protagonisti della filiera nazionale del latte, assieme ad alcuni tra i vertici della politica agricola europea, si incontreranno in convegno venerdì 10 novembre a Parma, al Crédit Agricole Green Life, per la quinta edizione del Dairy Summit, l’evento organizzato dal gruppo editoriale Tecniche Nuove per mettere a confronto tutte le “anime” della filiera lattiero-casearia italiana.

“I formaggi Dop e Igp, nuove regole per nuovi mercati” e “La sostenibilità delle filiere certificate” saranno i due macro temi all’ordine del giorno. L’appuntamento, peraltro, arriva proprio all’indomani dell’approvazione, in sede europea, della riforma del Regolamento sulle IG (indicazioni geografiche). Una volta in vigore, ovvero nei primi mesi del 2024, questo strumento permetterà di proteggere molto meglio dai tentativi di imitazione e dall’italian sounding le eccellenze made in Italy Dop e Igp, a partire appunto dai formaggi.

Il nuovo Regolamento IG, infatti, rappresenta un traguardo fondamentale per chi produce Dop e Igp. L’Italia, con le sue 887 Indicazioni Geografiche, è leader in tutta Europa in questa speciale classifica, per un valore economico stimato in circa 20 miliardi di euro. L’importanza aumenta ulteriormente se si considera che il valore delle contraffazioni e del falso made in Italy oggi hanno raggiunto livelli che si aggirano sui 120 miliardi di euro.

Altro punto centrale per lo sviluppo della filiera lattiero casearia nazionale riguarda appunto la sostenibilità, che dovrà sempre più essere declinata su tre fronti: ambientale, sociale ed economico. “Il Dairy Summit – conferma Antonio Auricchio, presidente di Afidop, associazione dei formaggi italiani Dop e Igp – sarà un appuntamento strategico per fare il punto sulle opportunità offerte dal nuovo regolamento delle IG per la tutela dei nostri formaggi, a partire dalla maggiore protezione online, grazie all’ex-officio sui domini Internet, fino alla lotta alle pratiche svalorizzanti, per sostenere il valore del prodotto in Italia e all’estero. Passaggi chiave, questi, per difendere un comparto che vale 4,6 miliardi di euro alla produzione e rappresenta il 59% dei prodotti a marchio italiani e per combattere l’italian sounding, arrivato a 120 miliardi”.

“Un punto fondamentale – prosegue Auricchio – è la sostenibilità delle filiere certificate, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico e di benessere e salute degli animali, i cui impegni da rispettare potranno essere concordati dai consorzi. Un ambito su cui Afidop e le filiere sono al lavoro da tempo con progetti e investimenti importanti”.