A lezione da Einstein, l’IA generativa entra in classe

All’università di Hong Kong i prof. sono avatar personalizzabili

Milano, 10 mag. (askanews) – A lezione da Albert Einstein nel 2024. Basta indossare dei visori per la realtà virtuale e seguire il suo avatar mentre spiega agli studenti i vari passaggi della “teoria dei giochi”. L’Università di Scienza e Tecnologia di Hong Kong (HKUST) sta testando l’uso di docenti generati dall’intelligenza artificiale.Dunque, se avere Einstein come docente di matematica può stimolare qualche studente, per altri può essere più di aiuto alla concentrazione un professore sotto forma di anime giapponese, o la raffigurazione di una bella ragazza. Gli avatar sono personalizzabili.”Con questa intelligenza artificiale, puoi creare qualsiasi aspetto, qualsiasi colore, qualsiasi diversità di personaggi. Quindi stiamo portando la diversità in classe. Puoi essere un insegnante nero, bianco o caucasico, asiatico, vecchio, giovane. La scelta sta a te”, ha spiegato il professor Pan Hui, a capo del progetto.”Spesso, per gli studenti in classe, l’aspetto influenza il modo in cui apprendono, oltre alla qualità dell’insegnamento del docente. Quindi penso che la scelta della personalizzazione sia abbastanza positiva. Non è una cattiva idea”, ha sottolineato la dottoranda, Christie Pang.”Se mi rende mentalmente più ricettivo, perché sembra disponibile e amichevole, cancella la sensazione di distanza tra me e l’insegnante”, ha spiegato la studentessa Lerry Yang.La diffusione di strumenti come ChatGPT ha scatenato un’ondata di ottimismo sui possibili salti di produttività e di didattica, ma allo stesso tempo anche timori di imbrogli o addirittura la minaccia di sopravvivenza del corpo insegnanti.Il corso “Social Networks for Creatives” è ibrido, poiché il professor Hui è presente e interviene in classe. Gli avatar non possono interagire con gli studenti e, come tutti i generatori di contenuti basati sull’intelligenza artificiale, possono offrire risposte false o addirittura strane, quelle che alcuni chiamano “allucinazioni”. Ma l’intelligenza artificiale fa velocemente passi da gigante e il rischio che un domani nemmeno troppo lontano gli insegnanti artificiali siano più di una alternativa non è da sottovalutare.