RIMINI – Dall’iscrizione all’albo al dialogo con i comandanti e alle visite in caserma: sono diverse le modifiche chieste dai sindacati militari alla legge sulla loro costituzione, la 46 del 2022. Usami, l’Unione sindacale delle associazioni militari Aeronautica, tiene questo pomeriggio a Rimini, nell’ambito del primo congresso nazionale, un convegno dedicato alla legge di costituzione dei sindacati, al rinnovo contrattuale e alla previdenza complementare. “In questa fase- spiega il segretario generale Enzo Trevisiol- siamo impegnati dal contratto e questa è la n ostra priorità”. Ma contestualmente “dobbiamo pensare ai problemi dentro caserme e aeroporti”. La modifica alla legge sui sindacati militari, entra nello specifico, è “parimenti importante perchè più è efficace lo strumento sindacale maggiore è la garanzia di tutele professionali dei militari”.
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Per cui, sottolinea, “sì al rinnovo contrattuale, maggiori risorse e più diritti per i militari”, ma occorre anche definire alcune “lacune formative” per esempio sui congedi paritari e le licenze. Inoltre, c’è “la previsione di avvio della previdenza complementare”. Il tutto, prosegue il sindacalista, senza dare poca importanza alle modifiche alla legge 46 del 2022. Infatti “una corretta interpretazione, applicazione e definizione dei diritti sindacali permette di avere forza incisiva nelle caserme”. Per quanto riguarda i limiti della normativa, prosegue, da una parte “l’iscrizione all’albo è contestata e pare ci sia un procedimento giudiziario in corso”. Per l’Aeronautica è “molto sofferta l’impossibilità di ufficializzazione del dialogo con i comandanti di reparto. È impossibile trattare, gestire, risolvere e dialogare con l’Amministrazione se non si può parlare con i comandanti.
Ci sono anche alcune “finezze”, aggiunge Trevisiol, sulle prerogative sindacali tipiche come il diritto di assemblea e la limitazione dei cinque giorni per chi vuole partecipare. Anche se il vero problema è che “le sale sono vuote e non c’è sensbilità verso questo passaggio storico”, ma “la mancanza di iscritti, sono 5.000 su 40.000 persone, producce un danno alle Forze armate”. Inoltre ci sono “problemi di servizio, visite nei reparti sulla corretta applicazione del contratto e sulla sicurezza negate perchè mancano le direttive applicative”. Sicurezza, chiosa, su cui le Rls “non hanno operatività”. C’è poi, conclude, il “quasi ridicolo divieto di affissione delle istanze in bacheca”, l’assenza di negoziazione decentrata e la percentuale di rappresentatività al 2%. Il presidente di Usami, Luciano Lupidi, segnala anche che c’è “mancanza di conoscenza nei reparti, servirebbero dei corsi di formazione per i comandanti. Per loro è una grande opportunità”. Anche per capire che “il sindacato non distrugge ma crea armonia”.
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