Varese, padre separato uccide i figli e si suicida. Valente: “Casistica frequente, prevenire”

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ROMA – “A Mesenzana, nel Varesotto, un padre appena separato ha ucciso a coltellate i figli, un bambino di 7 e una ragazzina di 13 anni e poi si è suicidato. La mamma, andata a riprendere i ragazzini per portarli a scuola li ha trovati morti e ha avuto un malore. Ci stringiamo a questa donna con forza e solidarietà, consci che si tratta dell’ennesimo dramma che dovremmo metterci nelle condizioni di evitare. Si poteva prevedere questa reazione dell’ex marito? È giusto affidare i figli anche a quei padri che non accettando la separazione rischiano di manifestare la loro ostilità nei confronti dell’ex moglie, facendo del male ai figli? A queste domande siamo chiamati a dare risposte, puntando sulla formazione specifica per rendere tutti gli operatori della giustizia quanto più possibile sensibili a recepire le situazioni di rischio e arginarle per tempo”. È il commento della senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio, a quanto accaduto nel Luinese, in provincia di Varese dove questo padre, separato da nemmeno due settimane, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, avrebbe accoltellato i due figli, una bambina di 13 e un maschietto di 7, per poi suicidarsi. La donna era tornata a prendere i bambini per portarli a scuola. Quando ha scoperto la tragedia, ha dato l’allarme al 112 e subito dopo ha avuto un malore.

“Questa vicenda- prosegue Valente- rientra purtroppo in una casistica frequente. Bisogna sapere che circa il 30 per cento degli autori di femminicidio si suicida, mentre quasi sempre il padre che uccide i figli si suicida o tenta il suicidio. Questi dati ci dicono che l’incapacità maschile va colta e arginata per tempo, ascoltando meglio le donne che si separano, anche in assenza di esplicite denunce per maltrattamenti in famiglia, per prevenire non solo i femminicidi ma anche gli infanticidi. Gli uomini sono spesso incapaci di reggere la fine di una relazione, anche a causa di aspettative sociali e modelli culturali fortemente stereotipati e pieni di pregiudizi. È chiaro che bisogna rompere i modelli culturali di questa società patriarcale e costruirne una nuova in cui la dignità e il rispetto della vita e della diversità di genere siano al centro. Le donne sono portatrici di questi valori e per questo devono avere più spazio decisionale. È questa la nostra speranza di futuro, come dice oggi anche il Papa”, conclude.

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