Ucraina, attivisti non violenti a Kiev: “L’Ue lavori alla pace”

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ROMA – “La pace non si fa per procura, serve un impegno diretto dell’Europa, che dovrebbe smetterla di pensare solo a mandare armi”: la voce di Angelo Moretti, portavoce del Movimento europeo per l’azione nonviolenta, un progetto della società civile, arriva al telefono da Kiev. Nella capitale ucraina è giunto in pullman dalla Polonia, superando il valico di Medyka insieme con decine di altri attivisti, rappresentanti di 35 associazioni con base in Italia. “È un modo per dire ai nostri fratelli ucraini: ‘Siamo con voi, rischiamo con voi’” sottolinea Moretti in un’intervista con l’agenzia Dire. “Qualche mese fa sembravano non ascoltarci ma adesso il messaggio della nonviolenza, se è nonviolenza attiva, riesce ad arrivare”.

GLI APPELLI ALLA NONVIOLENZA

A Kiev, con i suoi compagni di viaggio, Moretti è stato tre ore in un rifugio per via di un allarme antiaereo. Poi l’incontro con gli attivisti della rete locale Act for Ukraine e la marcia per la pace, nel giorno di San Benedetto patrono d’Europa, ospitata in spazi messi a disposizione dall’amministrazione comunale della città. “Sono intervenuti” riferisce il portavoce del Movimento, “il nunzio apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas, che ha parlato di unità e solidarietà, e poi il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko, che ha sottolineato come l’Europa resti un sogno per la libertà di espressione e lo stato sociale”. Quella del Movimento, un progetto civico nato a marzo, poche settimane dopo l’offensiva russa del 24 febbraio, non è la prima iniziativa in favore della pace. “Eravamo stati a Leopoli a maggio e poi a giugno ma adesso, dopo prime diffidenze, vediamo che gli attivisti ucraini ascoltano gli appelli alla nonviolenza non interpretandoli come un invito alla resa” sottolinea Moretti. L’idea è che non di resa o riarmo sia necessario parlare, quanto piuttosto di come porre fine alla guerra. “Questo conflitto è un fallimento dell’Europa, che avrebbe dovuto intervenire prima” ammonisce Moretti. “Allo stesso modo, l’Ue non può pensare che la pace si faccia per procura, come sta accadendo per la guerra, che l’Occidente sta appunto facendo combattere per conto suo agli ucraini”.

DA KIEV L’APPELLO PER LA POLITICA

L’appello che arriva da Kiev investe la politica. Secondo Moretti, “l’Ue dovrebbe smetterla di farsi trascinare in guerre e conflitti, dall’Ucraina fino al Nord Africa dei migranti uccisi mentre cercano di raggiungere l’enclave spagnola di Melilla, e investire invece sulla pacificazione”. Anche rispetto al nuovo slancio per la difesa comune dell’Ue lo sguardo degli attivisti del Movimento è critico: “Non si può pensare che l’Europa, fondata sui valori della democrazia liberale, affidi agli eserciti la garanzia del proprio futuro”. Secondo dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr), aggiornati al 26 giugno, in quattro mesi di combattimenti e raid in Ucraina i civili uccisi sono stati almeno 4.731 e i feriti 5.900.Durante la manifestazione di Kiev i rappresentanti di Act for Ukraine hanno condiviso progetti e mostrato striscioni. Tra questi “More arms for hugs”: invece delle armi “più braccia per gli abbracci”.
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