ROMA – Alle rassicurazioni del ministro degli Esteri Tajani – “Noi non manderemo un militare italiano in Ucraina e le armi vengono usate in Ucraina”- è seguito l’invito alla prudenza (o meglio la chiusura netta) della Premier Meloni, ma il pressing del segretario generale Nato, Jens Stoltenberg, per spingersi oltre nel conflutto russo-ucraino, ha raggiunto l’obiettivo -storico- di mettere d’accordo tutta la politica italiana: governo, maggioranza e opposizione. Tant’è che la Lega ha persino annunciato un ordine del giorno o una interrogazione per censurare le “parole di guerra” del politico norvegese.
“La Lega- fa infatti sapere il partito- è pronta a depositare un ordine del giorno o una interrogazione finalizzate a censurare le parole di guerra del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg” e il primo firmatario sarà Claudio Borghi. Poche ore prima dell’annuncio del suo partito, il segretario Matteo Salvini da un appuntamento elettorale a Napoli lancia persino un ultimatum a Stoltenberg: “O ritratta o chiede scusa o si dimette”, perché “per parlare di guerra, di usare le bombe o i missili o le armi italiane che abbiamo mandato all’Ucraina per difendersi sul suo territorio- manda a dire- può farlo non in nome mio, non in nome della Lega, non in nome del popolo italiano”.
Da Forza Italia, Deborah Bergamini, vicesegretario e responsabile Dipartimento Esteri del partito, lanci aun monito: “In uno scenario complesso come quello del conflitto in Ucraina, il blocco occidentale di cui la Nato è in parte espressione non può permettersi divisioni”. Per questo motivo, “accelerazioni in solitaria come quella del Segretario dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg sono imprudenti e controproducenti- sottolinea- perché vanno a impattare su scelte adottate dai governi nazionali”.
Dall’opposizione, l’eurodeputato Avs Massimiliano Smeriglio esprime grande preoccupazione: “Stoltenberg, che è in scadenza di mandato, lavora su un’ipotesi che per me è terribile- rimarca- perché è una ulteriore escalation e ci mette nelle condizioni di diventare oggettivamente cobelligeranti”.
Controcorrente Graham Watson, capolista di Stati Uniti d’Europa nella circoscrizione Nord Est,
nel corso di un incontro elettorale a Bologna che invita a “parlare seriamente dell’Ucraina”. E soprattutto:
“Sappiamo che Stoltenberg ha ragione- sostiene- ma nessuno ha il coraggio di ammetterlo, bisogna continuare a difendere senza ipocrisie il Paese aggredito dalla Russia”.
Vede pro e contro delle parole del Segretario Nato invece Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore della Difesa e candidato di Azione alle elezioni europee nella circoscrizione Centro .“Dal punto di vista istituzionale- esordisce- non ha torto chi, come il Ministro Crosetto, sostiene che il segretario generale dell’Alleanza Atlantica non ne è il capo politico e militare, ma solo il portavoce e che dunque una proposta di questo tipo non dovrebbe essere anticipata prima di essere discussa da parte dei paesi membri della Nato”. Ma “dal punto di vista politico e militare la revoca di questo divieto sarebbe perfettamente conforme e coerente con la linea adottata dai paesi alleati dell’Ucraina- evidenzia- cioè con il sostegno a operazioni di natura esclusivamente difensiva. Colpire in territorio russo obiettivi militari, cioè le basi da cui partono gli attacchi alla popolazione civile su tutto il territorio ucraino, è al cento per cento un’attività di difesa da parte delle forze di Kyiv e consentirebbe – aggiunge Camporini – di perseguire più efficacemente il duplice obiettivo di ridurre il numero delle vittime civili e di limitare il potenziale offensivo della Russia”.
Mette la parola fine all’ipotesi lanciata dal segretario Nato il ministro della Difesa Guido Crosetto: “Non esiste un segretario Nato o una nazione che decide la linea per tutte le altre”, manda a dire il ministro, che estende la punzecchiata da Stoltenberg a Macron “quando ha detto ‘manderemo i nostri soldati in Ucraina”. E ancora: “Se una decisione all’interno della Nato dovrà essere presa- chiarisce una volta per tutte Crosetto- non sarà prima di luglio prossimo, quando ci sarà il vertice a Washington «portando progetti, piani e idee. Le singole spinte valgono poco”.
L’articolo Tutti contro Stoltenberg. Non solo la chiusura della Premier, Lega pronta a un Odg di censura proviene da Agenzia Dire.
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