Studenti in piazza contro l’esame: “Immaturi siete voi”

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di Chiara Adinofi e Davide Landi

ROMA – Un corteo di circa 5mila studenti e studentesse raccolto dietro lo slogan ‘Gli immaturi siete voi’. I giovani romani sono scesi di nuovo in piazza, questa mattina, per chiedere una maturità diversa, che tenga conto “delle difficoltà didattiche e psicologiche che abbiamo attraversato in questi anni di pandemia”, hanno urlato dai megafoni. A Roma il corteo è partito da Piramide fino a raggiungere il ministero dell’Istruzione, ma la mobilitazione, organizzata dalla Rete Studenti Medi, ha abbracciato più di 30 città tra cui Milano, Padova, Perugia, Genova e Firenze. Nel Lazio, le manifestazioni hanno riguardato anche Civitavecchia, Bracciano, Viterbo, Latina e Frosinone.

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“Questa maturità non va bene. Serve ripensarla da capo e incentrarla sui nostri percorsi, la nostra capacità di analizzare ciò che ci circonda e collegare le nostre conoscenze. Vogliamo, a partire dalla maturità 2022, una tesina costruita nei mesi precedenti all’esame su cui concentrare il momento orale. Inserire la seconda prova oggi è un errore che rischia di farci vivere la scuola con ansia e terrore”, hanno scritto i giovani della Rete nel comunicato diffuso sui social.

Al termine del corteo, dopo essere arrivati sulle scalinate del Palazzo dell’Istruzione, una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dal ministero, “ma non abbiamo avuto risposte. Ci è stato detto che l’esame rimarrà così, ci hanno solo detto che verremo aiutati ad affrontarlo”, spiega alla Dire Michele Sicca, della Rete Studenti Medi.

Nessuno scontro con la polizia, questa volta. A Roma il corteo – autorizzato – è stato pacifico. Qualche attimo di tensione si è registrato solo quando un gruppo di studenti del movimento della ‘Lupa’ si è fatto avanti per tentare un dialogo con una delegazione di manifestanti di estrema destra. Ma nel momento in cui il gruppo di giovani si è distaccato dalla manifestazione, sono nate delle incomprensioni con la testa del corteo, portata avanti dai giovani della Rete. Sicca, uno degli studenti della Rete, è finito a terra. “Ma si è trattato di una incomprensione tra di noi”. Davanti al ministero dell’Istruzione, poi, i giovani del movimento della Lupa hanno anche annunciato un’assemblea indetta per domani durante la quale verrà scelta una data nazionale in cui i giovani torneranno in piazza per manifestare contro l’alternanza-scuola e contro la maturità.

 STUDENTI BOLOGNA CONTRO SCRITTI MATURITÀ: “NORMALITÀ MALATA”

Il ritorno alle prove scritte alla maturità come ‘prova di normalità’ non piace agli studenti bolognesi, che in occasione dello ‘sciopero’ nazionale degli studenti contro la reintroduzione della vecchia metodologia d’esame, scendono in piazza e chiedono le dimissioni del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. E’ stata presa, protestano, una decisione “che non tiene conto dei problemi che questa didattica in tre anni con la pandemia e la Dad ha causato a noi studenti”. Questa mattina si sono trovati in presidio, promosso dal collettivo Osa, in 80 in piazza dell’Unità, per poi spostarsi in corteo sotto la sede del Comune in piazza Liber Paradisus.

Intervenendo al microfono, gli studenti urlano di essere stati dimenticati, e chiedono le dimissioni del ministro. “Siamo stanchi delle vostre bugie”, si legge in uno striscione. Quello che brucia è il ritorno a un metodo pre-pandemia, “cercando di ristabilire una normalità malata perché ha delle radici marce- spiega Miriam Calcagnile del collettivo Osa- e non è coerente con i tempi e i modi con cui la scuola sta andando avanti in questi anni”.

Insomma, “non vogliamo che questa maturità venga svolta così, lasciandoci totalmente fuori dal percorso decisionale di questa scelta”. Scelta presa invece “da un economista, il ministro Bianchi, che insieme al governo decide sulle spalle di noi studenti qual è il nostro percorso”, prosegue l’attivista. E a conferma di una scuola considerata come “sempre più manageriale e sempre più professionalizzante, che non fa i bisogni di noi studenti”, arriva anche la notizia che oltre al ritorno dei due scritti sulle materie di indirizzo “è stata tolta la tesina interdisciplinare, dove noi studenti potevamo dare un po’ di più il nostro pensiero critico, dimostrare il nostro percorso scolastico”. Così invece “la scuola ci forma come individui che devono obbedire e seguire uno schema preciso di competenze, quando non tiene conto di tutti i problemi che sta causando, come ad esempio il disagio psicologico, che è stato gravissimo in questi anni, dovuto a una malagestione della pandemia che ha tenuto noi studenti come ultima ruota del carro”, conclude la studentessa.

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