Racconti Sanremesi

Nella prima serata di Sanremo ha rubato la scena la non esibizione di Blanco, vincitore insieme a Mahmood nell’edizione scorsa.

Il fattaccio è risaputo, Blanco, dopo un problema tecnico alle cuffie che ha compromesso la sua esibizione, ha pensato bene di smettere di cantare e, per la rabbia di non portare a termine il suo nuovo brano “L’isola delle Rose”, spaccare a calci la scenografia di rose rosse che avrebbe dovuto accompagnare la sua performance.

Gli occhi sbigottiti di Amadeus certificano lo stupore del conduttore per la bravata del giovane artista, con lo staff del festival (compreso Gianni Morandi) a barcamenarsi per ripulire il palco dai petali. La platea, ovviamente, non ha esitato a ricoprire di fischi Blanchito. Una scena, tra il grottesco ed il divertente, che è entrata nella storia di questa edizione del Festival e che resterà nell’immaginario degli appassionati per un bel po’.

Il tutto, come ovvio che fosse, ha scatenato una polemica infinita su quanto Blanco sia ineducato, viziato e scortese. Premettendo che le critiche al colpo di testa del giovane cantante nato a Brescia sono un toccasana, giuste e inevitabili, il polverone che si è alzato, però, sembra francamente eccessivo. Riccardo, il suo vero nome, è pur sempre un giovane classe 2003; così come sono sacrosante le bacchettate che sta ricevendo, appare normale che, vista la giovane età, Blanco possa concedersi una ragazzata, soprattutto perché sono arrivate l’indomani le scuse pubbliche.

Per spegnere il troppo fuoco generatosi, sono da sottolineare le parole di Gianluca Grignani, uno dei rari artisti degni di essere chiamati tali in Italia, non per il suo enorme talento ma per la trasparenza della sua arte. Grignani, che due giorni dopo la sfuriata di Blanchito ha avuto le medesime difficoltà con gli auricolari, con gran classe ha bloccato l’esibizione e chiesto di ripartire, dicendo “a 20 non avrei saputo gestire la situazione, a 50 sì”. Artista indiscusso, Gianluca.

Quindi perdoniamo Blanco e andiamo avanti, quando si è giovani sbagliare è essenziale per crescere!

Ciro Cuccurullo