“Quel luogo a me proibito”: il luogo di Elisa Ruotolo dove tutti necessariamente dobbiamo cadere

di Consuelo Viviana Ferrragina*

Elisa Ruotolo scrittrice campana, conferma il suo superbo talento con il romanzo “Quel luogo a me proibito”, storia di una donna costretta a fare i conti con un desiderio pungente ma incompiuto, una vita sospesa tra l’obbedienza e la spinta a fare dell’obbligo una fionda per lanciare la sua vita altrove.

Un “oltre” vissuto come pericoloso, disubbidiente, che mal si presta alla grazia di un’educazione cattolica spesso sin troppo repressiva, eppure nonostante i divieti interni, qualcosa spinge per esser conosciuto, qualcosa irrompe inaspettato sotto le sembianze di un uomo che costringe il personaggio della Ruotolo a fare i conti con ciò che ha sempre mancato: il suo desiderio.

Un desiderio che abita un corpo adulto mal disposto a sopportare il suo ingombro perchè intima riflessioni e pieghe che non si è disposti a fare, obbliga una conquista arrembante di tutto ciò che si è tenuto lontano perchè percepito come minaccioso, oscuro, peccaminoso eppure esiste, c’è sempre stato: nelle letture fatte, nei sogni proibiti, in quella mano protesa e sempre solerte a spegnere una TV da immagini troppo impertinenti da essere tollerate in certe serate casalinghe.

Un personaggio che indossa i panni di una vita sicura pur non essendo certa di nulla, neanche dei propri sentimenti, che risultano infatti opachi e torbidi finanche a se stesso.

È il ritratto di una donna possibile, di una creatura costretta ad assumere pose sociali per mettere a tacere coscienze familiari e personali troppo severe per lasciare spazio all’irruenza dell’amore e a quel suo tratto squisitamente ossidionale.

È la vita vissuta nei vicoli della propria anima, invece che sulle strade principali, quella che ci racconta amabilmente e con toni colti e raffinati, la penna di questa notevole scrittrice italiana, la vita in cui si possono rispecchiare donne e uomini senza distinzione di genere perchè tutti indistintamente siamo chiamati eticamente a fare i conti con i nostri desideri e con la capacità di urtarci contro riportando chi più, chi meno gravi o lievi ammaccature.

L’incontro con ciò che ci chiama alla responsabilità di ciò che siamo è sempre un rendez-vous violento, molti lo procrastinano pensando di non doverci mai fare i conti, ma il conto arriva sempre, implacabile per ricordarci e scuoterci talvolta dalla nostra comoda palude.

I nodi con cui siamo costruiti sono lacci che ci costringono ad assumere determinate posture, questo lo evidenzia molto bene l’autrice ma sono anche nodi, che attraverso una coraggiosa potatura, ci permettono un maggior grado di libertà.

Liberandoci di colpe e pregiudizi, si può con fatica raggiungere “quel luogo a noi proibito” del desiderio dove tutto può avere inizio e contemporaneamente fine.

L’unica colpa che ci si deve riconoscere sta nell’incompiuto, in quel non averci provato abbastanza, sta in quella linea di mezzo tra il fare e il rinunciare, in quello spogliarsi e non cedersi, in quell’amare senza donare niente in cambio, neanche il semplice ascolto.

Jacques Lacan, noto psicoanalista francese del secolo scorso, dice che l’unico vero peccato che l’essere umano si deve riconoscere sta nell’aver seguito o meno la legge del suo desiderio: “hai tu vissuto seguendo la legge del tuo desiderio (dove desiderio sta per ciò che manca), oppure sei esistito come un fico secco senza dar frutto”?

Ecco questa è la domanda cui ogni essere umano è chiamato a dare risposta, compreso il personaggio pieno di grazia della scrittrice.

Non importa quanto tu sia virtuoso, importa quanto tu riesca a dare frutto, anche se è poco maturo o troppo macchiato, importa quel tuo stare al mondo in forma vitale e non come riflesso di un te stesso che vede la propria vita attraverso uno specchio.

Il personaggio della Ruotolo alla domanda del grande psicoanalista francese, ci ha risposto a sue spese, con un atto di responsabilità e con un “re-incontro” inaspettato sul finale, dove il prisma deformante della vita si riallinea per dare all’universo una nuova possibilità, una nuova energia.

*Psicologa e psicoterapeuta