Pressioni sui detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, agente sospeso

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NAPOLI – Una misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per sei mesi è stata eseguita nei confronti di un viceispettore di polizia penitenziaria con la mansione di coordinatore della sorveglianza generale in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). È indiziato per intralcio alla giustizia nell’ambito delle indagini relative alle presunte torture perpetrare nel penitenziario campano nell’aprile del 2020. L’indagato apparteneva al gruppo di agenti che avevano eseguito la perquisizione nei confronti dei detenuti ristretti all’interno dell’istituto sammaritano, ma continuava a prestare servizio a Santa Maria Capua Vetere, non essendo stato colpito in precedenza da misura cautelare. Gli inquirenti ritengono che, grazie all’ausilio di altri agenti non identificati, avrebbe esercitato “pressioni” ai danni di detenuti i quali hanno riferito di essere stati avvicinati dall’indagato affinché rendessero dichiarazioni in suo favore, ritrattando quanto precedentemente riferito all’autorità giudiziaria. In particolare, è emerso che l’indagato avrebbe agito, con violenza e minacce implicite, al fine di “indurli a ritrattare o modificare” gli elementi a suo carico e, comunque, allo scopo di “fargli rendere false dichiarazioni liberatorie a suo favore”. 

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