Politica e sport, passione e ironia: Bologna dice addio a Serafino D’Onofrio

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BOLOGNA – Bologna dice addio a Serafino D’Onofrio, consigliere comunale ai tempi burrascosi e vivaci del gruppo “L’altra sinistra” che diede filo da torcere, da sinistra per l’appunto, all’allora sindaco Sergio Cofferati. Anni vissuti a Palazzo D’Accursio con grande passione, immancabile ironia e spiccato senso della notizia. In seguito vulcanico presidente dell’Associazione italiana cultura e sport (Aics) bolognese, D’Onofrio è scomparso a 69 anni dopo aver appreso solo pochi mesi fa di una malattia.

Nato a Napoli nel 1952 e trapiantato a Bologna nel 1977, D’Onofrio è stato ferroviere, sindacalista della Uil, dirigente del Psi, iscritto ai Ds, manager sportivo e fondatore, tra le altre esperienze, dell’associazione culturale Reginella, nata per raggruppare i napoletani di Bologna. Dall’animo orgogliosamente socialista, “non sono iscritto alla Massoneria ma al Dopolavoro ferroviario di Bologna e all’associazione Luca Coscioni”, scriveva nella sua biografia pubblicata sul sito del Comune. Tra le battaglie degli ultimi anni, come presidente dell’Aics, quella contro lo sfratto di Oz dall’ex Samp di via Stalingrado e quella per gli impianti sportivi e i circoli messi in ginocchio dalla pandemia Covid.

Intervistato dalla ‘Dire’ poco meno di un anno fa, in vista delle ultime elezioni comunali, lanciò un appello alla futura amministrazione per salvare lo storico impianto sportivo dello Sferisterio e tratteggiò così la figura del sindaco che a suo dire avrebbe dovuto guidare la città in questi anni: “Dev’essere sulla scia dei grandi sindaci che Bologna ha avuto: Zanardi, Dozza, Fanti, Imbeni. Poi dev’essere laico, perchè un arcivescovo di sinistra (Matteo Zuppi, ndr) ce l’abbiamo già”.

In un colloquio risalente a poco prima di Natale, solo qualche giorno dopo un delicato intervento a cui si era sottoposto all’ospedale Bellaria, D’Onofrio ha parlato con lucidità e serenità di quanto gli stava accadendo, pur consapevole di avere ancora davanti un percorso difficile: “Un fulmine a ciel sereno”, certo, ma “sto tenendo. L’equipe è eccezionale e la struttura, per carità, ti fa sentire assistito sempre. Quindi teniamoci questa grande sanità”. Oggi il Consiglio comunale ha ricordato D’Onofrio con un minuto di silenzio. La sua è stata “una figura estremamente importante per la città”, afferma in aula la vicesindaca Emily Clancy. “Era la politica nel senso più alto del termine: fatta per la polis, per comunità, per creare quei corpi intermedi di cui sentiamo così tanto la mancanza”, aggiunge Clancy: “Poliedrico, spiritoso e intelligente come ogni napoletano, d’altronde. Una figura sensibile e creativa, un sognatore e un idealista”. D’Onofrio è stato “una persona sensibile, creativa, intelligente. Una bella persona, piena di idee e sempre pronta a spendersi per la comunità”, scrive su Facebook il segretario del Pd dell’Emilia-Romagna, Luigi Tosiani. L’ex sindaco Virginio Merola pubblica una foto scattata insieme a D’Onofrio, proprio a Oz, aggiungendo un semplice “ciao”. Saluta D’Onofrio anche l’Arci di Bologna: “In un giorno così triste resta il ricordo di una persona gentile, sempre ironica, sorridente e disponibile al dialogo. Ci stringiamo alla famiglia e a tutta la comunità di Aics”. Scrive l’assessore Massimo Bugani: “Sei stato un maestro d’ironia e un artista con le parole. Hai sempre saputo prendere in giro la politica con eleganza e intelligenza. Anche quando non ero d’accordo con te, mi costringevi a una riflessione in più e a guardare le cose da un altro punto di vista”.

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