Pnrr, “Bologna invecchia e va riqualificata”: le coop si candidano

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BOLOGNA – “La nostra città invecchierà molto rapidamente, i dati che noi abbiamo ci mostrano un futuro dove l’attenzione ai servizi per la persona dovrà essere particolarmente importante. E chi, se non la cooperazione, potrà dare questo servizio? Pensiamo anche alla riqualificazione territoriale: oggi o se ne occupa il Comune, quindi la pubblica amministrazione, oppure se ne occupano le cooperative”. È lo slancio di Gabriele Ravaglia, presidente di Confcooperative Bologna, oggi al convegno online dell’associazione “Ripresa, resilienza, sviluppo sostenibile. Quali partenariati pubblico-privato per la grande Bologna?”. Promosso dalla stessa Confcooperative, l’appuntamento fa il punto “su sviluppo sostenibile ed equo del territorio di Bologna”, in vista delle risorse Pnrr, la cui cabina di regia locale include anche le cooperative. In compagnia del sindaco Matteo Lepore e di diversi esperti, continua Ravaglia: “Se si guarda agli interventi sulla persona e sulla riqualificazione in città, ma non solo, vediamo che solo la cooperazione investe su questo e lo fa perché non si aspetta un ritorno economico, ma pensa al lavoro e ai lavoratori”. In ogni caso, sembra ci sia ancora molto lavoro da fare nel campo tra mobilità e connettività alle reti, che, continua Ravaglia, “è ormai un diritto delle persone: senza connessioni, che fra l’altro consentono anche di inquinare meno per via dei mancati spostamenti, come accaduto nell’ultimo biennio, non c’è diritto alla salute, all’educazione e al lavoro. Tutto questo, invece, dovrebbe essere a maggior ragione garantito in questa fase. In alcuni territori non c’è connessione sufficiente, lo sappiamo, e quindi la Dad o lo smart working non si possono fare. Il tutto penalizzando le donne, in particolare, oltre- ricorda il presidente Confcooperative- alla cultura e all’educazione in generale. Noi, in questi ambiti, potremmo dare una mano vera all’amministrazione pubblica”. E se anche la cooperazione dunque figura nella cabina di regia per i fondi Pnrr nel territorio, anche a Bologna arriveranno molto risorse: “Sappiamo- completa il presidente cooperatore rivolto a Lepore, sia per il Comune sia per la Città Metropolitana- che Bologna è una città più vivibile di altre, ci mancherebbe, ma possiamo ancora migliorare se coprogettiamo e copianifichiamo il lavoro insieme, come ci consente ora l’applicazione piena del principio di sussidiarietà, possiamo fare leva sulla coprogrammazione, una novità in questo senso per Bologna e per la Città Metropolitana, e sulla coprogettazione”.

Ci crede anche l’economista Stefano Zamagni, che in questo ambito assicura: “Bologna può per la propria cultura recepire il messaggio, è il primo Comune in Italia ad avere una delega per la sussidiarietà circolare. Il sindaco- lo sprona l’accademico- deve far conoscere a tutti questa iniziativa e l’augurio e l’invito è che, anche con Confcooperative, si crei un tavolo di lavoro che definisca un protocollo”.

Lepore concorda: “Bologna- commenta il sindaco al convegno delle coop- ha ormai capito che bisogna progettare insieme e tessere una rete forte tra istituzioni e Terzo settore. Le risorse europee sono debito e devono essere investite bene, anche facendo ricorso al metodo bolognese della coprogettazione, forte- riconosce Lepore- di ottime visioni industriali, un Terzo settore attivo e istituzioni municipali responsabili”. Una sorta di pre-condizione a tutto questo, tuttavia, è che si rispettino i patti. Ravaglia ricorda l’esigenza che la giunta comunale si faccia carico della concreta applicazione del Protocollo sugli appalti, ad esempio: “Il territorio metropolitano- ammonisce il presidente di Confcooperative- non può più permettersi di sfruttare il lavoro delle cooperative sociali per far fronte ad esigenze di servizio pubblico alle persone. Non può essere portata in appalto, al massimo ribasso, un’attività quando la componente principale è il lavoro. Bisogna progettare nuovi sistemi e farlo insieme”, raccomanda Ravaglia.

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