Petruzzelli di Bari, Decaro: “Denunciato dalla famiglia proprietaria del teatro”

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BARI – “Sulla vicenda relativa al teatro Petruzzelli sembra si stia consumando l’atto di una commedia dell’assurdo. L’ultima è che gli avvocati dei Messeni Nemagna mi hanno denunciato, nel mio ruolo di sindaco metropolitano, per un presunto danno erariale legato alla mancata ratifica del protocollo del 2002. Protocollo dichiarato nullo da una sentenza della Corte di Appello. Non ratificherò quel protocollo, a costo di rimettere il mio mandato. Né mi farò intimidire da chi ancora oggi vuole tenere la nostra città in ostaggio”. Lo scrive in un post pubblicato su Facebook, Antonio Decaro sindaco di Bari.

Il riferimento è alle sentenze della Corte di Appello di Bari dello scorso novembre, che hanno stabilito non solo che il teatro è di proprietà degli eredi Messeni Nemagna e non del Comune e che la famiglia dovrà restituire allo Stato oltre 43 milioni dei costi di ristrutturazione ma anche che il protocollo d’intesa sottoscritto nel 2002 che regolamentava i rapporti tra proprietari ed Enti locali non ha validità.

“Devo ricordare ai baresi che quel protocollo, firmato a 11 anni dall’incendio che ridusse il Petruzzelli in macerie, stabiliva che la Fondazione, dopo la ricostruzione con fondi pubblici (costata poi 43,5 milioni di euro), tra cui anche i soldi dei baresi, avrebbe dovuto pagare ai Messeni Nemagna un canone “scontato” di 500mila euro l’anno per 40 anni e poi riconsegnare il teatro alla famiglia – spiega Decaro – Una soluzione inaccettabile, considerato che il vecchio gestore pagava un canone di circa 100mila euro all’anno. Nel 2002 non mi occupavo di politica, ma sono certo che non avrei mai firmato né ratificato un accordo secondo il quale gli oneri della ricostruzione sarebbero ricaduti sui cittadini mentre gli onori, anzi i guadagni, sarebbero rimasti in mano ai privati”.

“Francamente – ancora il primo cittadino – qualcosa mi sfugge, ma mi chiedo come sia sfuggito a coloro che all’epoca, nel loro ruolo di amministratori locali, ministri, si sono fatti promotori di quel protocollo capestro. Alcuni di loro oggi, anziché tacere saggiamente, continuano a rilasciare interviste sull’opportunità di tornare a quel protocollo. Con l’aggravante che la nuova richiesta di canone della famiglia è di 1 milione e 700 mila euro all’anno”, evidenzia Decaro sottolineando che “gli eredi hanno voluto a tutti i costi mantenere la proprietà del teatro, contestando l’espropriazione, rifiutando per le macerie del politeama a un indennizzo quantificato inizialmente in 16 milioni di euro”. “Se gli eredi – conclude – vogliono andare avanti su questa strada, allora sono tenuti a restituire allo Stato i 43,5 milioni (lievitati a circa 50 milioni per gli interessi) che sono i soldi pubblici, ossia di tutti noi, impiegati per la ricostruzione del Petruzzelli”.

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