ROMA – ‘Vivere meno’ e con meno. In principio è stata la pandemia: meno libertà di movimento, meno rapporti sociali, meno scuola, meno lavoro, meno soldi in tasca. Poi la guerra in Ucraina e l’annuncio di un piano di razionamento da attivare in caso di mancanza di gas: meno illuminazione pubblica, meno condizionatori e meno riscaldamenti. Oggi si aggiunge l’emergenza siccità e il rischio di un contingentamento dei consumi: meno acqua per irrigare le coltivazioni, meno acqua dai rubinetti di casa, meno acqua nelle piscine. È un confronto continuo con le rinunce, con il razionamento, con le limitazioni,
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