Operai dell’ex Ilva in sciopero, Prisciano (Fim): “Governo si faccia sentire”

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BARI – Hanno deciso di incrociare le braccia per 24 ore e di dare inizio allo sciopero a partire dalle sette di questa mattina. Sono gli operai dello stabilimento siderurgico di Taranto che hanno aderito alla protesta indetta da Fiom, Fim, Uilm e Usb per affrontare la vertenza e fare il punto sulla situazione in cui versa lo stabilimento tarantino. Allo scioperano partecipano anche i lavoratori dell’indotto e di Ilva in amministrazione straordinaria.

“Siamo qui alle portinerie da stamattina per far sentire la nostra voce”, dichiara Biagio Prisciano, segretario generale aggiunto di Fim Cisl Taranto e Brindisi. Con la manifestazione “vogliamo lanciare un forte segnale al governo – aggiunge il sindacalista- un governo che continua essere latitante, che non parla né di Taranto né dei lavoratori né della città. Si continua con la cassa integrazione straordinaria in maniera unilaterale tant’è che veniamo da un mancato accordo”.

“Nonostante in Italia ci sia una fortissima richiesta di acciaio, a Taranto purtroppo registriamo non solo la condizione del mancato lavoro ma anche della salute e dell’ambiente”, aggiunge Prisciano. “Il nostro appello al governo è che si faccia sentire, che finalmente prenda in mano la situazione delle Acciaierie di Italia compresi anche i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria, dell’appalto e dell’indotto perché così non si può andare avanti. Vivere con 900 euro di cassa integrazione è impossibile. Noi vogliamo vivere di lavoro che deve essere pulito e che deve garantire la salute di chi lavora e di chi vive all’esterno della fabbrica”. 

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