Omaggio a Francesco Rosi: “Le voci di dentro” di Eduardo De Filippo

Lunedì 6 marzo, nuovo appuntamento a Napoli per il ciclo dedicato alle regie teatrali del grande cineasta

Con la proiezione de “Le voci di dentro”, lunedì 6 marzo (alle ore 17), prosegue l’omaggio a Francesco Rosi promosso dalla Fondazione Eduardo De Filippo.

Nella sede dello storico Palazzo Scarpetta (in Via Vittoria Colonna 4 a Napoli), si terrà il secondo appuntamento dedicato alla trilogia eduardiana diretta in teatro da Francesco Rosi per la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo (Elledieffe).

Dopo “Napoli milionaria”, il nuovo titolo in rassegna è “Le voci di dentro” di Eduardo De Filippo, nell’allestimento del 2006. In scena: Luca De Filippo, Antonella Morea, Anna Moriello, Matteo Salsano, Marco Manchisi, Gigi Savoia, Carolina Rosi, Matteo Mauriello, Chiara De Crescenzo, Giovanni Allocca, Giuseppe Rispoli, Francesco Di Leva, Stefania Guida; scene di Enrico Job, costumi di Cristiana Lafayette.

“Il titolo è emblematico – così scrive Luca De Filippo in una nota – e come tale è entrato nel linguaggio quotidiano: le voci di dentro non corrispondono più alle voci di fuori, e a forza di reticenze, sospetti reciproci e ipocrisie si può arrivare a estremi impensabili, alla negazione della comunicazione e della stima reciproca”.

Sin dal debutto, avvenuto con grande successo al Teatro Nuovo di Milano l’11 dicembre 1948, il pubblico dimostrò di aver colto appieno tutta l’amarezza del testo, il dramma e la violenza di una vicenda che porta ad osservare la famiglia come tragica metafora della società.

“E’ una commedia metafisica… L’ambientazione può essere dovunque” –  scrive Rosi e nella sua nota di regia aggiunge: “Noi oggi possiamo continuare questo elenco desunto da una cronaca quotidiana sempre più tormentata da violenze insopportabili: madri che uccidono figli, figli che uccidono padri, familiari che si ammazzano tra di loro, pedofilia sempre più diffusa negli ambienti creati per la protezione dell’innocenza, famiglie sconvolte dall’odio, dai sospetti più atroci, da crimini commessi in nome degli interessi più sordidi.

Il valore di profezia della commedia di Eduardo, definita dall’autore una ‘tarantella in tre atti’, la sua attualità, sono sconcertanti. Alberto Saporito, il protagonista, ha un incubo, forse una visione, che definirà un ‘sogno’: il delitto commesso da una famiglia di tranquilli borghesi, e non esita a denunciarli, tanto ci crede.

Gli accusati, invece di proclamare ad alta voce tutti insieme la loro estraneità al delitto, sospettano che sia stato commesso da uno di loro e si accusano l’un l’altro, arrivando a progettare un delitto vero per coprirne uno solo immaginato”.

Alberto Saporito punterà il dito su di loro quando si scoprirà che in realtà Aniello Amitrano il presunto assassinato, è vivo.

Le parole finali di Alberto restano un monito senza tempo: “Io vi ho accusati e voi non vi siete ribellati, eppure eravate innocenti tutti quanti.

Lo avete creduto possibile. L’assassinio lo avete messo nelle cose normali di tutti i giorni, il delitto lo avete messo nel bilancio di famiglia. La stima reciproca… l’abbiamo uccisa…”. Ingresso gratuito (l’accesso del pubblico è consentito dalle ore 16.30, fino ad esaurimento posti a sedere). Info: tel. 08118638490 –www.fondazionedefilippo.it