Ndrangheta, infiltrazioni in appalti sanitari: arrestato anche un consigliere regionale della Calabria

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REGGIO CALABRIA – C’è anche l’attuale consigliere regionale della Calabria Nicola Paris, eletto nel partito dell’Udc ma successivamente transitato nel gruppo misto, tra gli arrestati dalla guardia di finanza nell’operazione Inter nos, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Complessivamente sono 17 le misure cautelari disposte dal Gip, su richiesta della Procura reggina, ed eseguite anche nelle province di Milano, Verona, Livorno e Roma. Tra i reati contestati, legati ad attività in strutture sanitarie, quelli di stampo mafioso, associazione per delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa finalizzata alla turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, frode nelle pubbliche forniture, estorsione, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. L’attività investigativa ha permesso di accertare che i servizi di pulizia e sanificazione delle strutture amministrative e sanitarie ricadenti nella competenza territoriale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria sono stati affidati ad individuate società i cui membri sono risultati essere legati a varie consorterie criminali operanti nel territorio della provincia di Reggio Calabria, tra questi nei Comuni di Locri e Melito Porto Salvo. Nel contempo è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo d’urgenza dell’intero patrimonio aziendale di 5 persone giuridiche, per un valore stimato di oltre 12 milioni di euro.

PARIS MEDIATORE PER PROROGA INCARICO DIRIGENTE ASP

Nel corso delle investigazioni dell’operazione Inter nos sono stati evidenziati specifici episodi di corruttela che hanno coinvolto anche il direttore della struttura complessa Gestione risorse economico finanziarie dell’Asp di Reggio Calabria, Giuseppe Corea, al quale sono state accertate indebite dazioni di denaro e altre utilità (un costoso smartphone) da parte di alcuni degli imprenditori investigati. Il rapporto tra il direttore e gli indagati era diventato così stretto che gli stessi si sono attivati al fine di consentire a questi di ottenere una proroga nell’incarico di prossima scadenza, il tutto attraverso l’intermediazione del consigliere regionale Nicola Paris, la cui campagna elettorale, secondo gli inquirenti, era stata, tra l’altro, sostenuta da alcuni degli indagati.

DE MAGISTRIS: “SANITÀ CALABRESE ANCORA TRAVOLTA DA INDAGINE”

“Ancora una volta la sanità calabrese viene travolta da un’indagine della magistratura con arresti ed indagati per fatti gravissimi. Le calabresi e i calabresi pagano le tariffe più alte per avere servizi inadeguati anche per colpa di una classe dirigente corrotta e affaristica. Il centrosinistra e il centrodestra che hanno governato la Regione Calabria e la sanità negli ultimi venti anni hanno fallito. Ora è venuto il momento di cambiare tutto”. Così il candidato presidente della Regione Calabria Luigi de Magistris, sull’operazione Inter nos, che aggiunge: “Ci vuole onestà, competenza, libertà e coraggio. Noi ci siamo e quando saremo chiamati a governare la Regione ricostruiremo la sanità pubblica in Calabria con persone perbene, a cominciare dal personale sanitario in gran parte umiliato in questi anni da una politica che con i suoi accoliti nei posti chiave è stata incapace di garantire servizi adeguati per tutelare il diritto alla salute”. “La sanità – conclude – non deve essere il luogo in cui si fanno affari, spesso con la mafia, ma il posto dove si cura la vita delle persone”.

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