Mafie, De Lise (commercialisti): “Fare rete per creare una cultura della legalità”

A Suvignano seconda edizione di “Uniti per la legalità”: riconoscimenti a Procuratore Melillo, cooperativa Progetto Olimpo, imprenditrice Barbara Mezzaroma e comunità Progetto Sud

SIENA – “Creare una cultura e un’educazione alla legalità, nella quale i commercialisti siano protagonisti. In Italia non ci sono altre opportunità che investire nei parametri riconosciuti dalla legge, anche all’interno di un’etica morale che porti vantaggi a tutti.

La nostra generazione di commercialisti, attraverso formazione e specializzazione, può essere un fattore in più e per questo abbiamo voluto un grande evento sulla legalità, con testimonianze di grande coraggio da parte di imprenditori, istituzioni e professionisti.

Vogliamo portare avanti una cultura fatta di rispetto delle regole, preparazione e competenze”.

Lo ha detto Matteo De Lise, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, nel corso della seconda edizione di convegno “Uniti per la Legalità”, promosso da Ungdcec presso l’Azienda Agricola Suvignano, in provincia di Siena, il più grande bene confiscato alla criminalità in una regione del Centro-Nord Italia.

Momento simbolico della giornata è stata la consegna del Premio “Uniti per la legalità” istituito da UNGDCEC: il riconoscimento quest’anno è andato al Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, nella categoria Istituzioni; alla cooperativa Progetto Olimpo guidata dal presidente Gaetano Salpietro nella categoria Beni Confiscati; all’imprenditrice Barbara Mezzaroma nella categoria Imprese contro il racket”; a Don Giacomo Panizza della comunità Progetto Sud nella categoria Società Civile.

Per Caterina Chinnici, europarlamentare, vicepresidente commissione Controllo dei bilanci, “l’obiettivo è dotare l’Unione Europea di strumenti nuovi e più incisivi per permettere di confiscare effettivamente i beni delle persone fisiche e delle entità che violano la legge, che si tratti di oligarchi russi o di componenti della criminalità organizzata.

Sono strumenti necessari, considerando l’ingente quantità di fondi messi a disposizione col PNRR”.

Bruno Corda, direttore Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), ha sottolineato: “Il ruolo dei dottori commercialisti nell’ambito della legalità costituisce la prima barriera nei confronti della penetrazione della criminalità organizzata sul territorio.

Viene richiesta ai professionisti attenzione su ciò che circonda le aziende, cercando di prevenirne scenari e prospettive”.

Paolo Bernardini, amministratore delegato Equitalia Giustizia, ha rimarcato come “nel 2021 il Fondo Unico di Giustizia (FUG) ha gestito circa 79mila provvedimenti dell’autorità giudiziaria, con 31mila sequestri, 17mila restituzioni e 13mila confische.

In totale, dal 2009 al 2021, sono stati riassegnati oltre due miliardi allo Stato. Numeri imponenti, che fanno capire come servano efficienza e cooperazione per contrastare la criminalità”.

Secondo Giuseppe Visone, sostituto Procuratore DDA Napoli, “se professioni, istituzioni e magistratura non lavorano in sintonia, non si potrà vincere la battaglia contro le mafie e non si potrà creare una cultura delle regole della quale oggi in Italia si avverte la necessità.

Oltre alla repressione, serve un’attività di prevenzione che inizi dalle scuole, per evitare che le nuove generazioni si avvicinino alle realtà criminose”.

Alla giornata sono intervenuti tra gli altri Sonia Mazzucco (vicepresidente Ungdcec); Enrico Lombardo, (giunta Ungdcec); Francesco Puccio (presidente Fondazione Centro Studi Ungdcec); Carolina Rumboldt (presidente commissione Ungdcec) “Diritto penale dell’Economia”; Lorenzo Sampieri (presidente Odcec di Siena); Gabriele Berni, sindaco di Monteroni D’Arbia; Davide Ricci (sindaco di Murlo); gli amministratori della Tenuta Agricola Suvignano; Gioacchino Natoli (già Presidente Corte Appello di Palermo); Giovanna Vannetti (Libera Associazioni).