giovedì, Dicembre 5, 2024

Liste attesa, da esami nel weekend a Cup unico: via libera Cdm a nuove misure

Dall'Italia e dal MondoListe attesa, da esami nel weekend a Cup unico: via libera Cdm a nuove misure

(Adnkronos) – Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge e al disegno di legge per l’abbattimento delle liste di attesa. “I provvedimenti approvati oggi in Cdm sono frutto di lavoro di confronto con le regioni, gli Ordini professionali e le associazioni dei cittadini, che sono i veri scontenti delle liste d’attesa. Si va incontro ai cittadini”, ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci annunciando: “Dal primo gennaio 2025 sarà abolito il tetto di spesa per il personale sanitario”. 

Nella bozza di 7 articoli è previsto un Cup unico, la possibilità di effettuare esami nel weekend e la nascita di una Piattaforma nazionale per le liste d’attesa (da istituire presso l’Agenas, agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), con l’obiettivo di disporre un monitoraggio puntuale e reale dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie.  

La necessità di un nuovo sistema di monitoraggio era stata più volte evidenziata dal ministro stesso, per conoscere esattamente i tempi di attesa prestazione per prestazione, regione per regione. La piattaforma nazionale, nelle intenzioni del provvedimento, dovrà dialogare con quelle regionali delle liste di attesa, garantendo l’interoperabilità (le linee guida saranno definite in un decreto del ministro della Salute). E il nuovo sistema supererà quello attuale che non consente di conoscere l’offerta di prestazioni rispetto alla domanda e non ha permesso finora di avere un quadro reale dei tempi di attesa sui territori. 

E’ questo il primo di 7 articoli che dovrebbero comporre il decreto legge, il quale sarà accompagnato da un Ddl. Un testo che fra i punti cardine ha, come spiegato anche dal ministro, l’allentamento del tetto di spesa per il personale. Oltre al nuovo sistema di monitoraggio che permetterà ad Agenas, in caso riscontri inefficienze o anomalie nell’ambito del controllo delle agende di prenotazione, di procedere con audit nei confronti delle aziende sanitarie per superare le difficoltà rilevate, una delle novità (articolo 2) è l’istituzione di un ispettorato generale di controllo sull’assistenza sanitaria, alle dirette dipendenze del ministero della Salute, con l’obiettivo di rafforzare le attività di monitoraggio e controllo del Sistema nazionale Siveas istituito nel 2005. L’ispettorato avrà il compito di verificare presso le aziende sanitarie e ospedaliere, il corretto funzionamento del sistema di gestione delle liste di attesa e dei piani operativi per il recupero delle liste. Ed è autorizzato ad accedere in tutte le tipologie di strutture sanitarie per verificare e analizzare le disfunzioni emergenti a seguito del controllo delle agende di prenotazione, sia su segnalazione del cittadino, di enti locali e associazioni di categoria utenti sia d’ufficio e di propria iniziativa. 

Nel provvedimento in arrivo si parla di obbligo di un Cup unico regionale o infraregionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato. Obiettivo: ovviare al problema per cui oggi nei Cup regionali il privato convenzionato o non è presente o lo è in minima parte. Nella bozza viene citata anche la nullità del contratto con il privato accreditato che non provveda a inserire le prestazioni nei Cup pubblici; mentre per chi è autorizzato ma non ancora accreditato, il collegamento con i Cup pubblici diventa requisito per il rilascio dell’accreditamento istituzionale. 

Nello schema del decreto si tocca il capitolo delle misure per garantire l’erogazione delle prestazioni nei tempi previsti (anche con ricorso a intramoenia o attraverso il privato accreditato). E viene ribadito il divieto per le aziende sanitarie e ospedaliere di sospendere o chiudere le attività di prenotazione, le agende. Si incentivano poi le Regioni ad adottare soluzioni digitali per agevolare la prenotazione autonoma delle visite e il pagamento del ticket. E si danno una serie di indicazioni, fra cui quella di garantire un sistema di recall al cittadino per evitare il fenomeno delle prestazioni prenotate e non effettuate (stimato in un 20% di casi).  

Anche per il cittadino ci sono regole da rispettare: chi non effettua la visita o l’esame prenotato senza preavviso dovrà pagare ugualmente il ticket, chi rifiuta un esame deve dare la possibilità ad altri di poter usufruire della prestazione. 

Confermato nell’ultima bozza il passaggio in cui si parla della possibilità di visite ed esami diagnostici anche il sabato e la domenica, prolungando la fascia oraria. E, come spiegato anche dal ministro, nell’articolo 5 si incrementa la spesa per il personale di un importo complessivo pari al 15% dell’incremento del Fondo sanitario rispetto all’anno precedente. Un tetto dunque meno stringente per il 2024, in attesa del superamento che era stato prospettato dal 2025 attraverso la sostituzione con un altro meccanismo non di tipo vincolante ma legato alla programmazione delle aziende sulla base di un fabbisogno standard di personale sanitario. 

Gli ultimi punti del Dl, secondo la bozza, affrontano all’articolo 6 il nodo dell’aumento per gli anni 2025 e 2026 della quota del fondo sanitario nazionale che le Regioni possono usare per l’acquisto di prestazioni da privato convenzionato e le precisazioni sulle risorse già stanziate per il 2024. Infine in un ultimo articolo si entra nel merito dell’istituzione di una infrastruttura nazionale di intelligenza artificiale che eroga servizi di supporto per la gestione delle liste di attesa. 

Aumento della tariffa oraria del 20% delle prestazioni aggiuntive e decontribuzione fiscale con tassazione separata ad aliquota fissa del 15%, è un’altra delle misure economiche dedicate al personale sanitario. Nello schema del Ddl si prevede anche che si possa ricorrere agli specialisti ambulatoriali interni per il recupero delle liste d’attesa, e per questo l’idea è di disporre uno stanziamento di 100 milioni per aumentare a 100 euro la tariffa oraria per la prestazione dello specialista. Infine si alzerebbero fino a 10 ore settimanali le quote degli incarichi libero professionali per gli specializzandi. 

Un’altra misura che si vorrebbe introdurre con il Ddl punta a frenare il fenomeno del ricorso ai gettonisti: si tratta della possibilità per le aziende di assumere personale anche con contratti di lavoro autonomo. 

“Dal primo gennaio 2025 sarà abolito il tetto di spesa per il personale sanitario”, ha annunciato quindi Schillaci ricordando che “esiste da almeno 20 anni e nessuno l’ha mai abolito fino ad adesso. Già nel 2024 per le regioni che lo vogliono, sarà possibile incrementare il tetto dal 10% al 15%”. 

“La sanità italiana non sta morendo. Nel 2023 l’Istat ci dice che l’aspettativa di vita è tornata ai livelli pre-Covid, sono stato a Ginevra e l’Oms vede il nostro Servizio sanitario nazionale come punto di riferimento. Ognuno deve fare la sua parte, avremo un Ssn migliore e lo dobbiamo ai cittadini”, ha affermato ancora il ministro. 

“I direttori generali di Asl e ospedali dovranno far rispettare i tempi certi per le prestazioni o con la possibilità dell’intramoenia o con il privato convenzionato”, ha fatto sapere inoltre. 

E nonostante qualche descrizione sui giornali di tensione, con il ministro dell’Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti c’è sempre stato un clima di grande collaborazione, c’è grande rispetto, e abbiamo portato a casa quello che ci siamo prefissati” e sul rispetto dei tempi delle prestazioni dopo l’ok al Dl anti-liste d’attesa “mi aspetto da subito un cambio di passo e una piena collaborazione da parte delle Regioni, dei direttore generali, sanitari e dei medici, ma io confido assolutamente che ognuno farà la sua parte”, ha affermato il ministro. 

“C’è grande soddisfazione” scrive in una nota la Lega dopo il via libera del Cdm a dl e ddl. Ci saranno, spiegano, “più fondi per assumere personale, visite mediche anche nel weekend come già succede in alcune Regioni a guida Lega e il taglio delle liste d’attesa, migliorando il sistema di prenotazione: anche sulla sanità il governo procede con forza e buonsenso, per lasciarci definitivamente alle spalle l’era di Speranza”. 

Per la segretaria del Pd Elly Schlein l’intervento del governo, invece, non risolve: “Oggi a 4 giorni dal voto hanno approvato in Cdm una norma che, peraltro, è già stata contestata anche dalle regioni guidate dal centrodestra, perché sembra fuffa. Vedremo il testo ma dalle anticipazioni che leggiamo non si affronta il nodo vero: se vogliamo abbattere le liste di attese bisogna sbloccare tetto assunzioni che venne messo dal governo Berlusconi con Meloni ministra nel 2009”.  

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