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L’alimentazione per prevenire la dermatite atopica: cosa mangiare e cosa evitare

SanitàL’alimentazione per prevenire la dermatite atopica: cosa mangiare e cosa evitare

ROMA – La dermatite atopica è un’infiammazione cronica della pelle, causata da una combinazione di fattori genetici, immunologici, esposizione a irritanti esterni e pratiche di igiene non adeguate. Per trattarla efficacemente, spesso è necessario utilizzare farmaci topici e apportare modifiche allo stile di vita. Inoltre, quando la dermatite è provocata da allergeni, è fondamentale identificare ed evitare il contatto con gli agenti scatenanti, che possono includere anche le abitudini a tavola.

L’importanza dell’alimentazione

Chi si rivolge a uno specialista per sapere come curare la dermatite atopica, spesso si sente rispondere che anche l’alimentazione può giocare un ruolo importante, sia a prevenire che a gestire questa condizione della pelle. Per prima cosa è importante mantenere una dieta bilanciata per prevenire i processi infiammatori e agevolare la riparazione dei tessuti.

Ci sono alimenti che aiutano a tenere lontana la dermatite e alimenti che invece possono favorirla. Ma quali sono i comportamenti virtuosi a tavola che contribuiscono a mantenere la pelle sana e in salute?

Individuare ed evitare gli alimenti che provocano la dermatite

I test allergologici o per le intolleranze alimentari non sono considerati esami diagnostici per individuare la malattia, ma aiutano a trovare allergie o irritazioni scatenate da determinati agenti. Alcuni cibi che possono scatenare dermatite atopica nei bambini e negli adulti comprendono:

• latte e derivati;
• uova;
• soia;
• frutta a guscio;
• grano (glutine);
• arachidi;
• frutti di mare;
• alcuni frutti.

Una volta individuato l’allergene, è opportuno sottoporsi a una visita specialistica per accedere a una dieta sana che apporti le opportune sostanze nutritive ed elimini gli alimenti responsabili dell’infiammazione.

Evitare gli alimenti ricchi di istamina

In generale, per prevenire la dermatite atopica o le recidive, è meglio limitare il consumo di alimenti ricchi di istamina. L’istamina è una sostanza chimica presente naturalmente nel nostro corpo e in alcuni cibi, soprattutto fermentati, maturati o affumicati. Ad esempio:

• Prodotti fermentati come yogurt, crauti, salsa di soia;
• Formaggi stagionati come Parmigiano o cheddar;
• Pesce conservato o inscatolato;
• Bevande alcoliche;
• Carni o salumi lavorati;
• Frutta e verdura, che la contengono naturalmente (fragole, pomodori, melanzane).

L’elenco è puramente indicativo. Questi cibi possono scatenare reazioni allergiche severe in alcuni individui e non avere effetto su altri. Se l’osservazione porta a sospettare una correlazione tra un alimento e una possibile reazione cutanea, è opportuno farsi visitare da uno specialista e concordare insieme i test e gli eventuali rimedi per ritrovare il benessere.

Preferire alimenti anti-infiammatori

Ci sono alimenti che hanno un potere naturale anti-infiammatorio e che si rivelano utili nel trattamento di patologie come la dermatite atopica. Si tratta principalmente di:

Acidi grassi Omega-3, presenti in molti pesci come salmone, pesce spada, merluzzo o aringhe;
Verdure a foglia verde come carote, zucca, spinaci, broccoli, lattuga, asparagi, carciofi, perché ricchi di antiossidanti;
Probiotici: alimenti come yogurt o kefir che aiutano la salute intestinale e di conseguenza il benessere del sistema immunitario.

Fare attenzione alla qualità degli ingredienti e delle materie prime

Anche la scelta di ingredienti sani, correttamente conservati e consumati prima della data di scadenza previene le infiammazioni della pelle come la dermatite. Alimenti freschi e il meno possibile lavorati aiutano a rafforzare la barriera cutanea e rendere più sano il sistema immunitario.

I cibi scaduti o andati a male sviluppano tossine e microrganismi che possono essere molto pericolosi per la salute e, in più, rischiano di scatenare o accentuare reazioni cutanee (prurito, eruzioni, rossori, gonfiori).

Preferire l’agricoltura biologica e i prodotti naturali

Sarebbe meglio preferire o alternare prodotti naturali a un’alimentazione a base industriale, meglio ancora se biologici. I conservanti, gli aromi o i coloranti artificiali, che fanno parte dell’industria dell’alimentazione e dei cibi pronti, possono provocare o esacerbare in alcuni individui i sintomi della dermatite atopica.

L’agricoltura biologica è un insieme di tecniche e sistemi che consente di produrre alimenti freschi senza uso di pesticidi, fertilizzanti e senza fare ricorso a organismi geneticamente modificati (OGM): scegliere prodotti di questo tipo previene possibili reazioni allergiche o infiammatorie.

Scegliere cotture sane

Anche il tipo di cottura influisce sull’alimentazione, sul benessere dell’intestino e del sistema immunitario. Cotture come le fritture o la griglia, che fanno uso di abbondante olio o possono generare composti tossici durante il processo hanno effetti nocivi sull’organismo e anche sulla barriera cutanea.

Meglio optare per cotture più lente, a bassa temperatura, a vapore o al forno, che impiegano più tempo ma evitano di alterare l’alimento e preservano le sostanze nutritive.

L’importanza dell’acqua

Un’adeguata idratazione è un toccasana per prevenire diverse patologie, tra cui la dermatite atopica. L’acqua, oltre ad agevolare l’eliminazione delle tossine, il turnover cellulare e la regolarizzazione dell’intestino, rafforza e migliora la barriera cutanea, che è più idonea a respingere gli attacchi degli agenti esterni.

L’idratazione interna è importante come quella esterna: la pelle, per respingere processi infiammatori, deve essere trattata costantemente con sostanze idratanti ed emollienti, come l’olio di mandorle dolci o l’olio di jojoba.

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