La gestione dei rifiuti in Europa, in Camera del Lavoro lo studio di EPSU

A Milano il Sindacato Europeo dei Servizi Pubblici ha presentato un nuovo rapporto di Vera Weghmann che esamina le recenti tendenze nella gestione dei rifiuti a livello europeo: “Trascurati i lavoratori, la privatizzazione del settore rischia di comprometterne la sostenibilità”

MILANO – La Camera del Lavoro di Milano ha ospitato la presentazione della ricerca “La gestione dei rifiuti in Europa”, uno studio promosso dall’Ufficio di Studi internazionali del Sindacato Europeo dei Pubblici Servizi e scritto da Vera Weghmann, dell’università di Greenwich (Regno Unito).

Alla presentazione hanno partecipato una delegazione di sindacalisti del settore dell’igiene ambientale invitati da vari paesi europei (Spagna, Austria, Germania, Norvegia, Romania) e da gran parte delle regioni italiane.

EPSU rappresenta 8 milioni di lavoratori dei servizi pubblici in tutta Europa di fronte al Parlamento europeo, Commissione o governi nazionali.

Rispetto alle potenzialità di sviluppo del settore della gestione circolare dei rifiuti, la ricerca di Weghmann analizza le tendenze dei modelli di gestione dei rifiuti e degli assetti proprietari delle aziende che operano nel settore dell’igiene ambientale.

Le istituzioni dell’UE mostrano ottimismo, eppure, l’attenzione della politica europea verso i lavoratori del comparto è scarsa: la ricerca

dimostra come il lavoro nel settore sia generalmente mal pagato e ad alta intensità, ma il “Nuovo piano d’azione per l’economia circolare” della Commissione europea del 2020 menziona i lavoratori solo una volta (per la presunta creazione di posti di lavoro che si verificherà se i lavoratori acquisiranno le competenze necessarie).

I rischi per la salute e la sicurezza, il tema salariale, non vengono presi in considerazione dalle politiche di transizione, mentre la spinta generalizzata verso la privatizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti porta inefficienze e ostacola gli sforzi verso un modello di gestione più sostenibile e circolare e orientata al contenimento degli sprechi.

Alberto Motta (Segretario Generale FP CGIL Milano) ha portato i saluti della FP CGIL: “momenti di studio come questi – ha detto – sono importanti; di fronte all’urgenza della transizione ecologica come sindacato dobbiamo rivendicare un ruolo centrale nel governo del cambiamento, altrimenti rischiamo che si apra una frattura tra scelte ambientali e mondo del lavoro che non possiamo permetterci”.

“L’aspetto interessante del lavoro di EPSU – racconta Daniele Pirri, coordinatore regionale della Fp Cgil Lombardia, intervenuto al workshop – è il focus sulla prevenzione dei rifiuti. Se l’Unione Europea crede davvero nell’economia circolare, poi, deve investire in un settore veramente industriale per creare posti di lavoro di qualità in salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori che deve sempre essere al massimo, e non è mai abbastanza”.

Massimo Cenciotti, coordinatore nazionale FP CGIL, che con la struttura nazionale ha lavorato alla realizzazione dell’iniziativa, ha giudicato “assolutamente interessante e utile il lavoro odierno anche per diffondere quella cultura positiva del ciclo integrato dei rifiuti legato allo sviluppo industriale e alla green economy.

In tutte le regioni italiane è necessario far crescere il settore ambientale in un’adeguata economia di scala per intraprendere qual percorso virtuoso fatto di investimenti, sviluppo e sana occupazione con il giusto salario”.