La finanza Esg perde appeal, Consob: piace al 15% degli italiani

Interesse giù di 2 punti, sale al 17% chi non ne vuole sentir parlare

Milano, 7 feb. (askanews) – Cala nel 2022 l’interesse degli italiani verso gli investimenti sostenibili, anche se in prospettiva la finanza verde resta attrattiva per una buona parte di persone. A essere interessato ad investire in prodotti finanziari sostenibili è il 15% degli italiani, contro il 17% del 2021. Aumenta anche la percentuale di persone che non sono affatto attratte dalla finanza Esg: il 17% nel 2022 dichiara di non avere alcun interesse per gli investimenti sostenibile contro il 13% dell’anno prima. E’ quanto emerge da un focus della Consob sugli investimenti sostenibili per approfondire i temi della sostenibilità nell’ottavo Rapporto dell’autorità presentato a fine gennaio.

L’indagine è stata condotta con un sondaggio, tra giugno e luglio, su 1.436 investitori. Il 15% del campione, anche con rendimenti più bassi rispetto alla finanza tradizionale, si dice interessato ad investire in prodotti che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori e dei valori del buon governo. Nel 2021 il dato era al 17%. Mentre il 48% degli intervistati (il 57% nel 2021) si dichiara disposto ad investire in prodotti Esg solo a condizione che i rendimenti siano pari o addirittura superiori a quelli offerti da investimenti non sostenibili. Il 17% non ha alcun interesse.

Secondo Consob, l’attenzione è maggiore tra le donne, i giovani, gli investitori abbienti e quelli più preparati. Per il futuro in ogni caso le prospettive sono positive: il 57% del campione è propenso a modificare nei prossimi due anni le proprie scelte di investimento, rafforzando la componente della sostenibilità.

A incrinare la fiducia è il greenwashing. “I dati rivelano che il greenwashing, inteso come affermazioni fuorvianti sulle effettive caratteristiche di sostenibilità dei prodotti, è fra i timori e i rischi percepiti dagli investitori”, ha detto Chiara Mosca, Commissario Consob. Un fenomeno che “può minare la fiducia” ed è per questo, ha chiosato, che “il contrasto del greenwashing è una priorità globale ed è nell’agenda dei regulator internazionali”.