ROMA – “Il testo della legge 40 dice che una coppia può richiedere lo stato di salute di un embrione, e quindi anche lo stato di salute ‘genetico’. Questa legge non prevede una lista di patologie ammesse alla diagnosi preimpianto, quindi in un centro dove sia possibile effettuarla, dopo la consulenza con il medico genetista che si occuperà di scrivere una relazione dando l’indicazione al test molecolare sugli embrioni, si potrà procedere in un percorso identico per tutte le coppie”. Lo chiarisce Daniela Zuccarello, genetista presso l’Azienda Ospedale Università di Padova e presidente del N.I.D.O. (il Network Italiano Diagnosi preimpianto) intervistata dall’agenzia Dire su quale sia la situazione in Italia per le coppie con alterazioni genetiche che predispongono allo sviluppo di tumori (BRCA 1 e 2 le più note) che intraprendono un percorso di PMA e diagnosi preimpianto (PGT).
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