Il ‘maratoneta’ per Zaki arriva a Roma con 278.000 firme in tasca

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Di Federica Nannetti

BOLOGNA – Dopo 30 giorni di cammino, perfetto sulla sua tabella di marcia, Marino Edoardo Antonelli è arrivato a Roma per chiedere, ancora una volta, che sia concessa la cittadinanza italiana a Patrick Zaki. Una sorta di mobilitazione itinerante che è stata sostenuta fin dall’inizio da Station to station e che si è conclusa con un sit-in in piazza Santi Apostoli.

Antonelli era partito il 20 settembre da Rezzato, nel bresciano, per il suo ormai famoso ‘Walking for Patrick’, e ha percorso 880 chilometri per portare le 278.000 firme raccolte su Change.org nella capitale, dove ‘ha deposto le scarpe’ nel fulcro di un maxi orologio con lancette nere e gialla disegnato per terra. Il ‘maratoneta’ dalla maglietta bianca con il volto di Patrick, insieme ai tanti attivisti presenti, è andato a rappresentare una delle dodici ore del quadrante: in sottofondo un ‘tum tic’ incessante. È il tempo che passa, il tempo che continua a scorrere anche per lo studente egiziano iscritto all’Alma Mater detenuto dal 7 febbraio 2020 nel suo Paese: sono già 621 giorni dietro le sbarre.

“Insieme si contano i secondi, si difende il suo tempo affichè possa rimanere suo e suo soltanto, ma fuori da lì”, racconta la voce della performance, alla quale sono seguite le parole di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International: “A nome di tutti gli attivisti un ringraziamento per la camminata che vuole ribadire ‘Free Patrick Zaki’. Questo è un momento per ricordare le centinaia di migliaia di persone che hanno firmato l’appello di cittadinanza e le tante altre che ogni giorno scrivono, o fanno qualsiasi altra cosa per la causa di Zaki. Ma è anche un momento per esortare chi ancora non ha fatto, a fare”.

Un momento, quello del sit-in piazza Santi Apostoli per l’arrivo del camminatore per Zaki, per ricordare quanto sia importante continuare a tenere alta l’attenzione: “Mancano ancora tante settimane alla prossima udienza del 7 dicembre- continua Noury- che potrebbe essere come le prime due ma che potrebbe essere anche l’ultima. Potrebbe concludersi con una condanna inappellabile e allora queste settimane devono essere usate dal nostro Governo per far sì che l’esito di quell’udienza, o eventualmente di quelle successive, sia solo uno: che Patrick sia riconosciuto innocente”.

Presente al sit-in anche il deputato del Pd, Andrea De Maria: “Un’occasione per ribadire anche l’impegno del Parlamento che con una mozione ha sollecitato il Governo a conferire la cittadinanza. Un modo per fare pressione sulle autorità egiziane e per chiedere il rispetto dei diritti civili e democratici dello studente dell’Alma Mater di Bologna. È una battaglia politica per ribadire che le ragion di Stato hanno limiti nel dovere di far vivere ogni giorno i principi di libertà di pensiero e parola”.

E poi, ovviamente, il messaggio di Marino Antonelli: “Grazie a tutti coloro che hanno voluto condividere questa battaglia per i diritti e per la libertà di espressione. E di vita per Zaki”.

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