Il Consiglio europeo adotta nuove sanzioni contro la Russia

STRASBURGO – Il Consiglio europeo ha adottato il nuovo pacchetto di sanzioni individuali contro la Russia, con lo scopo di rafforzare la pressione sul governo e sull’economia russa e per indebolirne le capacità militari. L’obiettivo è di far ricadere sul presidente russo Vladimir Putin i costi della recente escalation contro l’Ucraina e dell’annessione delle regioni ucraine Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson.

Sarà quindi vietato il trasporto marittimo e la fornitura di assistenza tecnica, servizi di intermediazione, finanziamenti o assistenza finanziaria relativa al trasporto di petrolio greggio verso Paesi terzi (da dicembre 2022) o di prodotti petroliferi (da febbraio 2023) originari o esportati dalla Russia. Inoltre, la deroga al price cap permetterà la fornitura del trasporto di questi servizi solo se il petrolio o i prodotti petroliferi saranno acquistati a prezzo massimo prestabilito, o inferiore. Questo comporterà la riduzione drastica delle entrate che la Russia ricava dal petrolio, e stabilizzerà anche i prezzi globali dell’energia.

Il pacchetto comprende ulteriori sanzioni rivolte agli individui che hanno avuto un ruolo nell’organizzazione di referendum illegali e a coloro che diffondono disinformazione sulla guerra; ancora, l’estensione dell’elenco dei prodotti soggetti a restrizioni che possono rafforzare il potenziamento militare e tecnologico russo (componenti elettronici, sostanze chimiche); l’inserimento nell’elenco degli enti statali soggetti al divieto di transazione del Registro navale marittimo russo.

Il Consiglio ha infine stabilito che da oggi la portata geografica delle restrizioni introdotte il 23 febbraio, tra cui in particolare il divieto di importazione di merci dalle aree non controllate dal governo degli oblast di Donetsk e Luhansk, sarà estesa anche alle aree non controllate degli oblast di Zaporizhzhia e Kherson.
]]

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it>