Guerra in Ucraina, Carnelos: tregua sul modello di Austria o Finlandia

“Tregua in Ucraina costruita sul modello della neutralità dell’Austria o anche della Finlandia, sperando che le aperture delle ultime ore tengano”. È la ricetta per interrompere il conflitto in corso in Ucraina proposta dal diplomatico Marco Carnelos, ex ambasciatore italiano in Iraq e Ceo di MC Geopolicy. Carnelos in passato ha ricoperto incarichi come inviato speciale del governo italiano in Siria e Medio Oriente, consigliere diplomatico nei governi Prodi e Berlusconi.

“Il modello austriaco – afferma l’esperto diplomatico – potrebbe essere la scelta giusta: l’Austria non è membro Nato, ma fa parte dell’Unione Europea. Quello finlandese riguarda invece una neutralità più armata rispetto all’Austria. Mosca negli ultimi giorni ha fatto precise allusioni al riguardo, ovviamente sul modello austriaco, puntando quindi sulla smilitarizzazione e sulla neutralità dell’Ucraina stessa. Una soluzione, questa, che l’Europa avrebbe dovuto tentare da tempo, quando il contesto era ancora salvabile. L’Ucraina, infatti, era una bomba a orologeria già dal 2014 e l’Europa non avrebbe dovuto esitare nel promuovere ed esplorare varie formule, con vere trattative con Putin”.

Fermo restando che “l’invasione russa in Ucraina è ingiustificabile, credo siamo tutti d’accordo”, secondo Carnelos “cedere armamenti all’Ucraina rischia solo di allungare inevitabilmente il conflitto. E più si prolunga, più degenera la situazione e crescono le sofferenze della popolazione”.

L’unica soluzione, dunque, resta la via diplomatica, con l’Europa – e l’Italia stessa – in prima linea nel premere per cercare un accordo. “Una tregua con l’accettazione della neutralità dell’Ucraina e la prospettiva dell’ingresso in UE è l’unica scelta di buonsenso – afferma Carnelos – ed è meglio arrivarci prima di radere completamente al suolo un intero Paese. Adesso il punto è capire come l’Italia possa muoversi in consessi internazionali perseguendo anche il proprio interesse strategico, o perlomeno cercando di non uscirne eccessivamente danneggiata. La lunga telefonata del premier Draghi con il presidente Putin appare, in quest’ottica, uno sviluppo importante”.

L’unica mossa decisa e coesa che ha visto l’Europa e gli Stati Uniti in primo piano è rappresentata dalle sanzioni nei confronti di Mosca. “Le sanzioni hanno inferto un duro colpo alla Russia ma anche esposto il sistema economico internazionale, le catene di valore e gli approvvigionamenti energetici e di materie prime a tensioni del tutto inedite. Tutti rischiano di uscire molto indeboliti da questa situazione”.