FOTO | VIDEO | A Bologna un nuovo sciopero dei taxi: corteo e clacson

BOLOGNA – Corteo a passo d’uomo dal distretto fieristico fino in piazza Maggiore, clacson a tutto spiano, fumogeni e qualche petardo. A Bologna si riaccende la protesta dei tassisti che oggi hanno messo in campo la seconda giornata di sciopero nel giro di tre settimane: la categoria si fa sentire proprio sotto le finestre del Comune, con le auto bianche che circondano tutto il Crescentone e si spingono fin sotto la statua del Nettuno.

Come per il fermo del 28 febbraio la mobilitazione coinvolge Ascom taxi, Cna Fita taxi, Confartigianato Tp Uiltrasporti, Unica taxi e Uritaxi. La data di oggi era già segnata in rosso sul calendario da giorni e ieri sera è andato a vuoto l’ultimo incontro tra le categorie e Palazzo D’Accursio: al tavolo gli assessori Valentina Orioli (Mobilità) e Massimo Bugani (Relazioni sindacali) insieme al direttore generale Valerio Montalto.

“Abbiamo oltre 300 taxi in piazza” e quindi quella di oggi è una “ottima manifestazione”, afferma Cosimo Quaranta della Cna, lamentando il “non ascolto da parte dell’amministrazione comunale”. Per questo “siamo purtroppo costretti a fermarci ancora una volta per rivendicare intanto un diritto alla dignità. È una discussione lunga con il Comune- spiega Quaranta- che prevede tanti tavoli di confronto, dalla mobilità all’organizzazione dei turni e all’adeguamento delle tariffe. Non riusciamo a trovare un accordo e un punto di contatto”. Anzi: “Crediamo che l’incontro avuto ieri abbia toccato un punto molto basso nella dialettica tra noi e il Comune, abbiamo necessità di riuscire a ricostruire un confronto perchè altrimenti, purtroppo- avverte Quarante- queste giornate non saranno le sole e potremmo tornare a breve di nuovo in piazza, se non riusciamo a trovare un’interlocuzione corretta”.

I nodi da sciogliere sono “tanti e stratificati, dalla mobilità al fatto che ancora non riusciamo ad avere un confronto serio sui lavori che partiranno per il tram nei prossimi mesi”, riepiloga Quaranta. Così come “manca anche un ragionamento rispetto all’organizzazione e allo sviluppo del servizio”: dal Comune “ieri hanno fatto delle proposte e soprattutto messo dei diktat collegati alla geolocalizzazione, ma secondo noi questa non è la strada migliore per avere un buon dialogo con la categoria. Poi, per quanto riguarda la questione delle tariffe, abbiamo presentato ormai un anno e mezzo fa un piano di adeguamento e al momento l’unica cosa che abbiamo per certa è che non si è mossa foglia”.

Sul tema geolocalizzazione, in particolare, dal Comune “propongono di utilizzare una app che geolocalizzi gli operatori durante tutta la giornata, noi ovviamente- continua Quaranta- abbiamo un’impostazione di tipo un po’ diverso: non crediamo che la geolocalizzazione sia lo strumento migliore per sviluppare e seguire l’attività della categoria, infatti abbiamo proposto di utilizzare un portale web che avrebbe le stesse funzioni in termini di definizione della presenza, che è quello che ci ha chiesto l’amministrazione, e anche in termini di qualità del servizio”. Ma da parte di Palazzo D’Accursio “c’è un aut aut, quindi vorrebbero a tutti i costi imporci un’app che l’amministrazione pare abbia pronta- prosegue il rappresentante di Cna- anche se se ne parla da quattro anni e non l’abbiamo ancora vista: quando la vedremo, un giorno, capiremo com’è fatta e quindi capiremo se in termini di privacy e di tutela dei dati sensibili, sia nostri che dei clienti, è in condizione di dare risposte al 2023 e non sia invece una semplice app di controllo dove magari vendiamo qualche dato a società terze”.

IL COMUNE TIRA DRITTO: “APP-LICENZE PER SERVIZIO MIGLIORE”

L’amministrazione di Bologna tiene il punto di fronte allo stato di agitazione dei tassisti, che oggi si sono fatti sentire con il secondo sciopero nel giro di poche settimane ed un nuovo corteo a passo d’uomo con successivo ‘assedio’ di Palazzo D’Accursio. “Il Comune, come responsabile del servizio pubblico, ha il dovere di chiedere un servizio taxi più adeguato ai nuovi bisogni della città- dichiara l’assessora alla Mobilità, Valentina Orioli- considerato che il regolamento è fermo al 2007 e che nel frattempo il mondo e Bologna sono molto cambiati”.

Da mesi, sottolinea Orioli, “dialoghiamo con le rappresentanze dei taxisti su diverse proposte e ora vorremmo passare ad azioni concrete”. L’assessora, dunque, mette in fila la piattaforma dell’amministrazione confermando, in pratica, di voler procedere sui punti contestati dalle associazioni dei tassisti: “Chiediamo l’aggiornamento della cartella di servizio attraverso l’implementazione di una app in grado di restituire dati certi, geolocalizzati ed anonimi, al fine di quantificare il livello di servizio taxi effettivamente svolto; la riorganizzazione dei turni di servizio e riposo per una maggiore produttività; il miglioramento dell’accesso al servizio per i disabili e l’aumento delle auto in circolazione di circa 100 unità complessive, per rendere l’offerta più efficiente”. Tramite queste misure, “vogliamo semplicemente che si dia una risposta alle richieste dei cittadini- manda a dire Orioli- viste le continue segnalazioni sull’inefficienza del servizio, con aree poco coperte e persone diversamente abili che hanno difficoltà ad accedervi nonostante le licenze ad hoc rilasciate”.

Da parte del Comune “c’è la piena disponibilità a dialogare- conclude l’assessora- ma a patto che si abbia la volontà di affrontare questi nodi”. Da Fdi, intanto, arriva una replica alle dichiarazioni rilasciate dal delegato al Turismo, Mattia Santori, che ha parlato di “spettacolo indecente” per commentare il presidio delle auto bianche in piazza Maggiore. “Santori non perde occasione per tacere”, afferma il capogruppo meloniano in Consiglio comunale, Stefano Cavedagna: “Se non sa cosa dire sulla vertenza dei taxisti, sicuramente non si capisce perché ce l’abbia con loro. Sta parlando di centinaia di lavoratori, che manifestano per le loro condizioni di lavoro”. Aggiunge il consigliere di Fdi: “La sinistra non si occupa più di chi lavora? Sta parlando di centinaia di famiglie, bolognesi che hanno investito tutto quel che avevano per acquisire una licenza, facendo un mutuo, e che svolgono un servizio pubblico”. I tassisti, conclude Cavedagna, “hanno dei diritti e propongono delle istanze. E noi le ascolteremo. Lo faccia anche il Pd, anche se evidentemente non intende, visto che suoi massimi esponenti preferiscono parlare male di questa importante categoria”.
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