Fisac Cgil in piazza il 28 luglio a Napoli per i lavoratori della BNL

 

La preoccupazione del sindacato è l’ipotesi di nuova esternalizzazione delle lavorazioni e la chiusura di sportelli bancari

 

Mercoledì 28 luglio dalle ore 11 si terrà una manifestazione in via Toledo, davanti alla sede napoletana della BNL, per protestare contro l’ennesima riorganizzazione che potrebbe prevedere anche l’esternalizzazione di lavorazioni con la chiusura di ulteriori sportelli bancari.

“Il sindacato in Bnl, forse ingenuamente, ha sempre creduto che le relazioni industriali fossero improntate da un confronto leale e corretto, a volte aspro ma sempre rispettoso, dove le differenti posizioni avessero pari dignità”, si legge nella nota.

“La Fisac Cgil, unitariamente con le altre sigle, nella lunga storia delle relazioni industriali di BNL, ha dimostrato in più riprese, un forte senso di responsabilità, affrontando con le lavoratrici e i lavoratori notevoli sacrifici per garantire un futuro a quest’azienda e altrettanto responsabilmente ha portato avanti delle battaglie per evitare che quel futuro venisse compromesso”.

“È stata proprio l’azienda – viene rimarcato –  a richiamare questi aspetti distintivi del nostro essere sindacato, durante gli ultimi incontri che hanno preceduto la rottura, quasi ci si volesse appigliare alla storia per giustificare una scelta che quella storia stessa vorrebbe definitivamente cancellare”.

“Anche il tentativo maldestro di incontrare singolarmente ogni sigla sindacale per scardinare quell’unitarietà, fortemente voluta e ristabilita dopo un breve periodo di incomprensioni del tavolo, tendeva a un nuovo modo di improntare le relazioni sindacali e le politiche del lavoro”.

“È stata la segretaria responsabile della Fisac Cgil, Martina Braga, a vederne la pericolosità e a creare un fronte unico che lo respingesse con forza, nella consapevolezza che solo se si resta uniti evitando personalismi e logiche di parte, anche se legittime, si sarebbe potuto perseguire il bene dei lavoratori e il bene dell’azienda stessa” prosegue la nota del sindacato.

“Il nuovo piano industriale, di cui oramai si parla da tempo, pur non essendo stato presentato nella sua interezza, pur non essendo stato motivato concretamente alle organizzazioni sindacali, paventa cessioni di lavorazioni e relativi lavoratori verso aziende esterne al gruppo, che mai fino ad ora avevano riguardato la nostra banca”.

“Le indiscrezioni – viene evidenziato -, iniziate in alcuni uffici della BNL, sono poi rimbalzate a diversi livelli, fino a raggiungere la stampa e addirittura il sindacato di società terze che potrebbero essere interessate direttamente nell’operazione di cessione. Questa indisponibilità al dialogo da parte aziendale è stata giudicata molto grave, obbligando tutte le sigle alla decisione di rompere le relazioni sindacali e a ad avviare lo stato di agitazione”.

“La preoccupazione del tavolo sindacale è altissima, non soltanto per quei lavoratori e lavoratrici che verranno coinvolti direttamente nella presunta esternalizzazione, ai quali il sindacato di BNL, compatto, assicura un impegno straordinario per evitare che ciò avvenga, ma anche per tutta la BNL, per la sua tenuta, per il suo futuro”.

“La Fisac Cgil – viene sostenuto – insieme a tutte le altre sigle crede fermamente che la sostenibilità non sia unicamente una questione ambientale, ma anche economica e sociale affermando una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo, è convinta che la responsabilità economica, la responsabilità come datore di lavoro, la responsabilità verso la comunità e la responsabilità ambientale debbano essere perseguite dalla BNL con politiche di inclusione, di partecipazione e di attenzione verso i propri dipendenti e verso i clienti”.

I quattro pilastri di BNPParibas e di BNL non si possono conciliare con il progetto di smembramento che si prefigura all’orizzonte.

“Ai nostri iscritti, ai lavoratori e alle lavoratrici di BNL – conclude il documento della Fisac Cgil -, che si riconoscono in quei principi, chiediamo di prendere coscienza di quanto pericolosa è l’operazione che l’azienda vuole intraprendere e di affrontare convintamente e con forza la stagione di lotta che ci attende, con coesione e determinazione”.