Ferri (Lumsa): “Passo necessario il ministero della Transizione ecologica”

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di Pietro Battaglia

ROMA – “Avere istituito un ministero per la transizione ecologica non è un mero escamotage ma un passo necessario per dare una svolta alla produzione industriale. L’emergenza ambientale, che è anche un fatto sociale, implica la necessità di affrontare questo tema sia dal punto di vista della domanda, espressa dal consumatore, che da quello dell’offerta, rappresentato dall’azienda”. Così Giovanni Ferri, professore ordinario di Economia e direttore scientifico del master in ‘Management of sustainable development goals’ dell’università Lumsa, intervistato dall’agenzia Dire. Un corso di studio in lingua inglese che dal 2016 forma manager della sostenibilità ecologica e che si svolge interamente online, rivolgendosi anche a studenti internazionali.

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

“Quando si fa riferimento alla transizione ecologica- dice Ferri alla Dire- occorre rivolgere lo sguardo alla produzione aziendale. La transizione, infatti, implica una modifica della produzione che deve essere in grado di convertirsi a una economia circolare che deve avere lo scopo di trasformare gli scarti aziendali, rendendoli prodotti sostenibili. Questo processo, oltre a garantire il rispetto dell’ambiente, crea nuovi posti di lavoro”.

“Un’azienda nel momento in cui diventa sostenibile produce anche nuovi profitti. Per realizzare, dunque, in maniera completa la transizione ecologica occorre affrontare due problematiche che riguardano la domanda e l’offerta. Per quanto concerne la prima- sottolinea il docente della Lumsa- è necessario rendere il cittadino-consumatore consapevole di ciò che acquista. Qualora si rivolgesse a prodotti sostenibili, scoraggerebbe anche la produzione di prodotti dannosi per l’ambiente. Per quanto riguarda l’offerta, invece, urge formare manager sostenibili. Se le aziende sono propense a questo tipo di conversione ecologica, avranno un vantaggio competitivo”.

IL RITARDO DELLE IMPRESE ITALIANE

“Le imprese italiane- prosegue Ferri- sono in ritardo rispetto ai competitors internazionali sulla transizione ecologica. Sono indietro, non tanto per una questione di costi, quanto per problemi legati alla mentalità. Il problema è, infatti, culturale. Né la dimensione dell’azienda influisce sulla scelta. Non a caso ci sono degli esempi di piccole e medie imprese a conduzione familiare che di recente hanno deciso di convertirsi a una produzione sostenibile. Non tutte le realtà imprenditoriali sono indietro su questo tema. Potrei fare l’esempio di ‘Erg’ che, abbandonando il petrolio, ha deciso di realizzare una transizione verso le energie rinnovabili”.

FORMARE MANAGER DELLA SOSTENIBILITA’ ECOLOGICA

“Per garantire la transizione ecologica- precisa Ferri- è fondamentale formare nuovi manager della sostenibilità ecologica. Il master dell’università Lumsa, infatti, fornisce conoscenze teoriche ma soprattutto pratiche. L’aspirante manager deve rendersi conto di come finanziare un business plan sostenibile o anche come prevedere all’interno della sua azienda una comunicazione green”, conclude il direttore scientifico del master in ‘Management of sustainable development goals’ dell’università Lumsa.

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