ROMA – Più che il mondo, le playlist al contrario. Fa strano attendere un comizio di Vannacci e Salvini con una colonna sonora sintonizzata a sinistra. In piazza Santi Apostoli dagli altoparlanti suona ‘Generale’ di Francesco De Gregori e poi due inni pacifisti, figli della controcultura americana: ‘Give peace a chance’ di John Lennon e ‘Blowing’ in the wind’ di Bob Dylan. “Io amo Guccini”, assicura Vannacci arrivando sotto il palco. La piazza è semivuota, forse un migliaio di persone. “Mo’ apre la ztl e se riempie”, profetizza Francesco Storace. Sbaglierà. L’ex colonnello di An fa il filo a Salvini da tempo. Raccontano che il vicepremier e il suo portavoce hanno perso il numero di telefonate che ricevono dall’ex governatore del Lazio. C’è anche un altro pezzo di quella storia: Andrea Ronchi, ministro delle Politiche Ue nel Berlusconi IV.
Ecco intanto Vecchioni, Annalisa, Max Pezzali, i Ricchi e Poveri, Venditti, ‘Sapore di sale’. In piazza l’età media è piuttosto alta, tante bandiere e due maxi striscioni furbescamente messi a pochi metri dal palco così che non si veda che dietro di gente ce n’è poca. Mischiato tra i militanti c’è Claudio Borghi, il senatore che il 2 giugno ha chiesto le dimissioni di Mattarella. Chissà se non gli fischiano le orecchie quando dal palco parla Lorenzo Cesa, il segretario dell’Udc che con la Lega ha chiuso un accordo elettorale. “È stata una campagna elettorale dai toni accesi, aspri. Ci sono stati persino attacchi al Quirinale…”. La corda in casa dell’impiccato.
Apre il comizio Claudio Durigon. “Ciao Romaaaaaaa”, da navigata rockstar. Il microfono però è spento, chissà cosa capiscono quelli in fondo. Introduce Roberto Sorcinelli, rappresentante del Partito liberale, con cui la Lega ha un altro accordo per le europee. “L’ambientalismo è il nuovo comunismo- dice- oggi i comunisti sono eco comunisti”. Poco prima Vannacci, parlando alle tv, aveva invitato a “negoziare con Putin, che mica è peggio di Stalin”. Un pensiero per la Russia i leghisti lo hanno sempre.
Si fanno vedere Valditara, Calderoli, Morelli, Angelucci. Il deputato editore se ne andrà mentre Salvini parla. Adagio adagio lascia la piazza, scortato, fino alla Bmw che lo attende parcheggiata in mezzo a via Cesare Battisti, piazza Venezia praticamente. Sale al posto guida, la sua grande passione, inforca la prima e via.
Lo stand del tesseramento regala a chi si iscrive (10 euro) braccialetto, adesivo, borsa e zaino: “Più Italia meno Europa”. Sul palco Vannacci è accolto da un boato. “Sabato e domenica votate con una decima”, è il ritornello. Salvini gioca al militare: “Abbiamo un capitano e un generale, ma voi siete la fanteria. Sabato e domenica la grande e bella sorpresa di queste europee sarà la Lega, con buona pace dei gufi. Chi non vota sabato e domenica è complice: uomo, donna, fluido, asterisco”. Si finisce con Salvini sul palco che firma i libri e si fa i selfie. Vannacci è sotto, a farsi fotografare anche lui. Resiste a lungo all’abbraccio dei fan. Quando va via, tira un sospiro di sollievo: “È quasi finita. Poi domenica sera me ne sto a casa, braciole e rutto libero”. Finalmente leghista.
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