Emergenza Covid: “Blocco totale degli F24 per il 2020”

 

L’appello a Conte e De Luca della ‘Confederazione Imprese e professioni’“Chiudere prima i locali non serve a niente, adesso ci diano ristoro per le spese sostenute”

 

NAPOLI – “Chiediamo un blocco totale degli f24 per l’anno 2020. Un anno in bianco per gli incassi che deve esserlo anche per le uscite. Non si può andare avanti così. Di questo passo ammazzeranno le partite iva con provvedimenti che non solo penalizzano diversi settori come quello della ristorazione, delle palestre, dei teatri e della cultura ma anche del loro indotto.

Quello che stiamo vivendo è un lockdown mascherato, molto più cattivo di quello precedente. Siamo coscienti dell’esistenza del virus e della necessità di tutelare la nostra salute. Ma anche le attività vanno tutelate, non possiamo essere costretti a scegliere tra morire di fame o di virus”.

Queste le parole di Arianna Cavallo (nella foto), vicepresidente della Canfederazione di Imprese e Professioni Napoli scesa in piazza con alcuni rappresentanti di categoria per manifestare contro i provvedimenti restrittivi del governo e della Regione Campania   per l’emergenza Covid-19.

Il quadro della situazione viene rappresentato dall’imprenditore partenopeo Antonio Ferrieri (presidente del Centro Commerciale di Piazza Garibaldi): “Ho dovuto dimezzare il personale e non posso rinnovare i contratti in scadenza.

Una scelta durissima ma con l’incertezza che c’è e senza incassi è impossibile andare avanti.  Il governo ci ha tradito, ho anticipato la cassa integrazione ai miei dipendenti ma di più non posso davvero fare. Servono aiuti e servono subito”.

“Chiediamo di essere ristorati prima di tutto delle spese sostenute e che continuiamo a sostenere per mandare avanti le nostra aziende – ha aggiunto Cristiano Giliberti del Centro commerciale Chiaia – nel pieno rispetto di tutte le normative di sicurezza per il coronavirus.

Chiudere prima fli esercizi commerciali non serve a nulla e tra qualche giorno molte saracinesche chiuse non si alzeranno più. Continueremo a batterci per i ostri diritti, pacificamente ma da oggi non facciamo più credito a nessuno, specie al governo. Napoli è una città che vive di terziario, così facendo la stiamo strangolando”.

Gli fanno eco i ristoratori Giuseppina Aiese e Luigi De Pompeis (Consorzio Toledo Spaccanapoli): “Per noi il lockdown non è mai finito. Le persone sono terrorizzate e non vengono più nei locali.

Il Governo ci ha spremuto come limoni e, nonostante le parole in tv del premier, non mostra alcuna volontà concreta per venire incontro ai nostri sacrifici. Chiedono responsabilità, ma noi ne abbiamo già tante nel tutelare clienti e collaboratori. Vogliono mascherare i loro orrori, non errori, con il virus.

Chiudere alle 18 è un ‘lockdown mascherato’. Come possiamo credere più alle promesse fatte quando i nostri dipendenti aspettano da mesi la cassa integrazione? Con questi presupposti dico al presidente del Consiglio Conte: altro che Natale!”.