Detenuti da assegnare al lavoro esterno, avviato il monitoraggio

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ANCONA – Avviato dal Garante regionale, Giancarlo Giulianelli, un monitoraggio sui detenuti dimittendi ed anche su quelli che, seppur in regime carcerario, possono essere assegnati al lavoro esterno, nel rispetto di quanto contemplato dall’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario.

Sull’argomento il Garante ha anche avuto modo di confrontarsi con il Provveditore dell’amministrazione penitenziaria di Emilia Romagna e Marche, Gloria Manzelli, e  con  Marco Bonfiglioli e Maria Lucia Faggiano dell’area detenuti e trattamento del Prap, nell’ambito di un incontro da remoto, chiamato ad affrontare diverse problematiche attualmente sul tappeto per quanto riguarda gli istituti penitenziari marchigiani.

 L’obiettivo del monitoraggio è quello di verificare la situazione regionale nel suo complesso, anche in riferimento alle diverse fasce d’età, ai livelli di formazione ed ai possibili canali di reinserimento nella società.

“Quello che intendiamo attivare – spiega Giulianelli – è  un  percorso chiaro, che attraverso la fotografia dell’esistente riesca a mettere in campo soluzioni possibili con la collaborazione di enti ed associazioni di categoria presenti sul territorio. Il problema è reale. Se il modello da adottare è quello di una funzione rieducativa della pena, allora occorrono interventi oculati proprio in questa direzione”.

Giulianelli, facendo sempre riferimento a quanto previsto dall’ordinamento penitenziario, ricorda che l’articolo 15 parla espressamente di istruzione, formazione professionale, lavoro, progetti di pubblica attività, attività culturali, “senza dubbio propedeutici – evidenzia – ad un inserimento dignitoso nel mondo del lavoro ed in grado di evitare  che il detenuto sia  destinato al non far nulla per tutto il tempo della sua permanenza in carcere ed a rappresentare unicamente un costo per la società”

In questa direzione il Garante è altrettanto convinto che, una volta superato il momento di difficoltà determinato dalla pandemia, vadano complessivamente ripensate le attività trattamentali, con un incremento di quelle formative e di quelle dirette all’istruzione.

Per questi motivi, l’azione di monitoraggio sarà accompagnata da incontri con le associazioni di categoria per verificare le disponibilità presenti sul territorio, non escludendo anche l’ipotesi di un tavolo di lavoro per un confronto più efficace.

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