De Lise (commercialisti): Scelte lacunose sui delegati alla vendita, così addio specializzazioni

“Le recenti decisioni del legislatore sull’Elenco dei professionisti che provvedono alle operazioni di vendita mancano di temi cruciali a tutela della categoria.

Penso alla formazione: ritenere sufficienti i corsi su sovraindebitamento e procedure concorsuali per “popolare” il nuovo Elenco appare inopportuno, perché la materia appartiene a un corpo normativo diverso dal Codice della Crisi di Impresa, a cui non può essere ricondotta.

Inoltre, dare a un professionista la possibilità di iscriversi soltanto nell’Elenco del circondario del Tribunale in cui ha la residenza (e non domicilio), impedirà di continuare a svolgere l’attività a chi oggi lavora in un Tribunale vicino al posto nel quale vive.

Mentre i professionisti che operano in realtà più piccole non potrebbero attingere a differenti Fori e non riuscirebbero a sostenere i costi di una struttura specializzata. Non potersi iscrivere a più di un Elenco vorrebbe dire, insomma, addio specializzazioni”.

Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.
Per Alessio Saraullo, consigliere nazionale Ungdcec, “l’ultima novità stabilisce un tetto di incarichi conferiti pari al dieci per cento di quelli attribuiti nella Sezione e per Giudice, e che ne sia data trasparenza anche a mezzo strumenti informatici.

Questo tetto mal si adatta a piccole realtà dove, volendo tenere fermo il requisito della residenza, diventa difficile mantenere una specializzazione con pochissimi incarichi in un anno”.

Secondo Roberto Gennari, consigliere nazionale dell’Unione giovani commercialisti, “è indispensabile eliminare il requisito della residenza e il tetto imposto dal legislatore agli incarichi derivanti dal singolo Ufficio e Giudice; bisogna poi richiedere di monitorare l’operato dei professionisti delegati sul campo, cancellando dagli elenchi chi non rispetta il dettato normativo, e spingere affinché sia data adeguata pubblicità degli incarichi”.

De Lise conclude auspicando “una forte condivisione del Consiglio nazionale dei commercialisti sul tema, così da porre l’accento su temi che riteniamo cruciali”.