De Lise (commercialisti): riconoscere centralità commercialista negli organi di controllo

Il presidente al XV Forum Ungdcec: Limitare responsabilità professionisti e adeguare i compensi

BOLOGNA. “Riconoscere la centralità del commercialista all’interno degli organi di controllo delle imprese è la richiesta che i giovani fanno al governo. Il nuovo Codice della crisi pone una grande attenzione sulle procedure di allerta preventiva delle società, un ruolo che può essere svolto nella maniera migliore soltanto da un professionista che abbia competenze giuridiche ed economiche. È un lavoro che viene fatto a monte, alle prime avvisaglie di difficoltà, ma che comporta enormi responsabilità: credo che sia necessario incidere su questo aspetto, limitando i rischi per i professionisti e adeguando i compensi, ad oggi assolutamente sproporzionati rispetto alle stesse responsabilità”.

Lo ha affermato Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, intervenendo al XV forum dei giovani commercialisti, “La ricerca di una nuova identità per il professionista negli organi di controllo”, che si è tenuto a Bologna.

Al forum è intervenuto Francesco Paolo Sisto, vice ministro della Giustizia: “Valutare un rischio in ambito aziendale è quanto di più complesso possa esserci a livello professionale. Il Collegio sindacale oggi è il metronomo delle società, ma manca il diritto a una delimitazione dell’area di attività e l’esposizione al rischio è troppo ampia. È una riflessione che va fatta, serve uno sforzo comune e condiviso per mettere dei paletti. Qualcosa si è fatto, come il recente emendamento che elimina la responsabilità dei commercialisti per quanto concerne l’apertura delle partite Iva”.

Andrea De Bertoldi (VI Commissione Finanze della Camera dei deputati), ha sottolineato: “In materia di organi di controllo, occorre che la normativa venga radicalmente modificata tenendo conto di due aspetti: i compensi, ad oggi inadeguati, e una definizione puntuale delle responsabilità. Istituzioni e categorie dovranno trovare le modalità per parametrare queste ultime rispetto al compenso. In questo modo si potrà dare una risposta alle esigenze dei commercialisti e una maggiore tutela alle imprese”.

Per Chiara Gribaudo (vicepresidente XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera dei deputati), “continuare a fare norme senza chi opera ogni giorno sul territorio, mi riferisco ai commercialisti, è dannoso oltre che sbagliato. L’auspicio è che la nuova legislatura, in questo senso, cambi marcia: il Paese ha bisogno di una vera spinta riformista, di incentivi alle aggregazioni e nuovi meccanismi che escano dalla logica della contrapposizione. Mi auguro che si possa stare insieme intorno a un tavolo e produrre proposte di cui si discutere con i professionisti”.

Ettore Rosato (III Commissione Affari esteri e comunitari a Montecitorio), ha spiegato: “Oggi per i commercialisti c’è un carico di responsabilità molto elevato a fronte di scarsi strumenti per aiutare le aziende e di un compenso non equo. In un momento di grave crisi economica c’è bisogno di grande consapevolezza rispetto alle difficoltà delle aziende e alle responsabilità dei commercialisti che aumentano esponenzialmente. Bisognerà trovare strumenti, anche normativi, per regolare meglio questa responsabilità”.

Stefano Distilli (presidente della Cassa Dottori Commercialisti), ha ricordato come “ci si debba interrogare sui nuovi spazi e orizzonti della professione, anche per coinvolgere i giovani. Si tratta di reinterpretare ruoli e competenze che sono da sempre nella natura dei commercialisti, ma che devono trovare un miglioramento del quadro normativo e una definizione del ruolo di sindaci anche a livello di rischi”.

Secondo Luigi Pagliuca (presidente della Cassa dei Ragionieri e degli Esperti Contabili), “far parte dei Collegi sindacali è una delle funzioni specifiche del commercialista. Il problema vero è che le responsabilità sono illimitate e i compensi non sono in grado di coprire i rischi. Potrebbe accadere che accetteranno gli incarichi solo i professionisti ‘strangolati’ dalla crisi. In questo modo si snatura il senso stesso dell’organo di controllo”.

Nel corso della giornata di lavoro è stato presentato il libro “Il tempo dei costruttori” di Claudio Siciliotti (past president del Consiglio nazionale commercialisti): “Il Collegio sindacale è un vanto per la legislazione del Paese, un esempio virtuoso che andrebbe imitato in tutta Europa. In momenti in cui i bilanci delle aziende devono essere controllati, chi meglio dei commercialisti può dare questo tipo di assicurazione, ricordando che il Collegio interviene a monte, impedendo che si facciano cose sbagliate”.

Secondo Marcella Caradonna (presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano) “è necessario ridisegnare le funzioni dell’organo di controllo ed in particolare dei collegi sindacali”.

Francesco Puccio (presidente Fondazione Centro Studi Unione Giovani Commercialisti) ha evidenziato la scelta di chiudere l’anno formativo sul ruolo svolto dagli organi di controllo analizzando gli aspetti che mostrano maggiore criticità individuando le opportune soluzioni.

Il XV forum dei giovani commercialisti, “La ricerca di una nuova identità per il professionista negli organi di controllo” è stato organizzato dall’Unione giovani dottori commercialisti di Bologna, presieduta da Francesco Paolo Fabbri.