De Lise: “Commercialisti nei Cda di società a capitale estero per favorire investimenti sul territorio”

Il bilancio del presidente Ungdcec al termine dell’iniziativa “Missione Singapore”

“Quattro giorni di studio delle opportunità offerte da Singapore ai commercialisti e alle imprese italiane; di confronto con autorità istituzionali, di aggregazione e approfondimento.

Quattro giorni storici per l’Unione nazionale giovani commercialisti, perché mai prima d’ora si era organizzato un evento così prestigioso fuori dal confine nazionale, con un’importante presenza di colleghi.

E perché dà l’esatta dimensione della nostra associazione, sempre proiettata al futuro e impegnata a percepire le potenzialità che potrebbero essere sfruttate per migliorare il lavoro dei professionisti e migliorare il sistema Paese”.

Lo ha detto Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, commentando l’iniziativa “Missione Singapore 2022” messa in campo insieme a IUYA e Apri Europa.

“A margine dell’iniziativa, traspare un evidente ritardo dell’Italia in alcuni campi e per questo lavoreremo nelle Commissioni dell’Unione per proporre al governo modifiche normative”, sottolinea De Lise.

Un aspetto che caratterizza l’economia di Singapore è la figura del ‘director societario domestico’, che potrebbe essere riproposta anche in Italia: “Prevedere, nei Cda delle società a capitale estero decise a investire nel nostro Paese, l’obbligatorietà di un soggetto fiscalmente residente in Italia, darebbe grandi vantaggi. Il ‘director domestico’ potrebbe essere proprio un dottore commercialista, che garantirebbe lo Stato in tutti gli aspetti”.

Un altro punto, evidenzia Francesco Savio, delegato all’Internazionalizzazione dell’Ungdcec, è la tassazione dei dividendi da partecipazione societarie: “In questo momento storico si potrebbe valutare una riduzione della tassazione sui redditi derivanti da partecipazioni societarie detenute dalle persone fisiche, che oggi è fissata al 26 per cento.

Un’idea potrebbe essere quella di collegare a questa riduzione una agevolazione a società estere che decidono di investire in Italia, per una norma che darebbe effetti simili a quella relativa al rientro dei cervelli”.