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Da gennaio i cittadini del Lazio possono accedere alla Pma. Rocca: “Le coppie non saranno più costrette ad andare fuori Regione”

SanitàDa gennaio i cittadini del Lazio possono accedere alla Pma. Rocca: “Le coppie non saranno più costrette ad andare fuori Regione”

ROMA – Dallo scorso primo gennaio i cittadini del Lazio possono accedere alle prestazioni di Procreazione medicalmente assistita, attraverso le Asl, con gli oneri a carico del Servizio sanitario regionale. Su proposta del presidente Francesco Rocca, la Giunta regionale ha infatti istituito la Rete della Procreazione medicalmente assistita.

Attualmente, le prestazioni sono erogate dagli ospedali Sandro Pertini, San Filippo Neri e Policlinico Umberto I, dal centro Sant’Anna a Roma e dal Santa Maria Goretti a Latina. Sono in corso di attivazione anche presso l’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini.Le donne o le coppie possono accedere al percorso tramite un ambulatorio di prossimità di ogni Azienda sanitaria locale e un centro di procreazione, con la prescrizione di una prima visita ginecologica o andrologica sulla sospetta infertilità. Le cause di infertilità o di sterilità saranno ricercate in modo sistematico, con l’obiettivo di identificare tutti i fattori rilevanti.

“È stato uno dei primi atti appena approvati nuovi Lea: finalmente la Regione Lazio ha una Rete di Procreazione medicalmente assistita e si ferma lo stillicidio che costringeva le coppie ad andare fuori regione. Tra l’altro abbiamo dei professionisti straordinari e dei centri di assoluto primo ordine”, ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.”Questa- ha proseguito Rocca- è la risposta ad un bisogno che c’era rispetto al quale avevamo già fatto la nostra programmazione e avevamo già studiato; c’è stato anche un confronto in commissione Sanità, una commissione tecnica che ha lavorato per un anno intero. Insomma, avevamo già fatto i ‘compiti a casa’ quindi appena entrati i Lea siamo stati nelle condizioni di dare una risposta, credo particolarmente importante, per chi deve affrontare questa sfida a livello sanitario. Molte coppie prima andavano in Toscana o in altre regioni dove questo servizio era già erogato, una cosa che trovavo scandalosa. Perché è vero che siamo in piano di rientro, ma questo deve anche significare il rispetto dell’equilibrio economico finanziario e non penalizzare i cittadini. Su questo mi auguro che vi sia anche una capacità di revisione e di rilettura da parte del governo rispetto, a volte, ad una lettura ottusa- ha concluso- che nel passato c’è stata da parte della Ragioneria generale”.
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