Confcommercio: “Il regolamento Ue sugli imballaggi presenta forti rischi per le imprese”

La proposta di revisione del quadro normativo europeo in materia di imballaggi è stata oggetto di critiche da parte della vicepresidente di Confcommercio, Donatella Prampolini, durante un’audizione presso la Camera dei Deputati. Secondo Prampolini, le norme contenute nella proposta sono profondamente inadeguate rispetto al contesto economico e sociale italiano e rischiano di avere conseguenze negative per interi settori del made in Italy.

Confcommercio sostiene che i danni maggiori sarebbero subiti dagli utilizzatori di imballaggi, in particolare le imprese della filiera alimentare, la piccola, media e grande distribuzione organizzata, gli operatori della ristorazione, del vending, dell’intrattenimento e del turismo, oltre ad altri comparti strettamente interconnessi.

Uno dei punti critici sollevati riguarda il divieto di utilizzo di determinati imballaggi, come quelli per il cibo venduto in piccole quantità. Secondo Prampolini, ciò genererebbe un maggiore inquinamento ambientale a causa del trasporto di ritorno degli imballaggi dopo l’uso, del lavaggio e dell’asciugatura, che richiedono più energia, acqua e risorse rispetto alla produzione e all’utilizzo di imballaggi monouso. Inoltre, sostiene che ciò contrasta con le regole di protezione e conservazione degli alimenti e con la tutela della salute del consumatore. Secondo Confcommercio, gli imballaggi monouso possono garantire che il cibo rimanga fresco e salubre per un periodo più lungo rispetto ai sistemi di imballaggio riutilizzabili, che presentano maggiori rischi di contaminazione incrociata dovuti alla pulizia e al trasporto.

Confcommercio critica anche l’introduzione prevista di un sistema obbligatorio di cauzionamento, sostenendo che in Italia sarebbe poco utile a causa dell’esistente circuito efficace di raccolta differenziata e valorizzazione degli imballaggi. Afferma inoltre che comporterebbe una duplicazione dei costi economici e ambientali, senza sostituire le raccolte differenziate tradizionali, e che sarebbe difficile da attuare a causa di problemi logistici e organizzativi per le imprese non strutturate per gestire tali adempimenti.

Secondo Prampolini, un sistema di cauzionamento dovrebbe essere adottato su base volontaria. Le attività commerciali dovrebbero poter rifiutare un contenitore fornito da un cliente se lo ritengono non igienico o inadatto al cibo o alla bevanda venduti. La salute e la sicurezza alimentare dei clienti e del personale non devono essere compromesse rispetto ad altri principi e devono essere la massima priorità, in linea con la legislazione alimentare dell’Unione Europea. Confcommercio riconosce l’importanza della transizione ecologica che l’Europa e i suoi Stati membri stanno perseguendo, ma sottolinea che le criticità presenti nella proposta normativa non devono compromettere la crescita e la competitività del sistema economico italiano, già colpito dalla crisi pandemica e da una crisi energetica senza precedenti.

Ciro Di Pietro