Cisco torna sul palco dopo otto mesi: “Il pubblico mi è mancato”

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ROMA – La scaletta, il palco, le prove. E poi le emozioni della sera prima, il giorno del concerto e la prima canzone, quella per sciogliere il ghiaccio e ritrovare quel pubblico, il tuo pubblico, che mancava da otto mesi. Perché ritrovarlo in streaming non è mai la stessa cosa: “Ti manca qualcuno che risponde al tuo pezzo”. Momenti di normalità per un artista, ma che in questo periodo diventano segnali di una ripresa tanto attesa negli ultimi mesi. Stefano Bellotti in arte Cisco, storica voce dei Modena City Ramblers, anche con la carriera da solista una delle figure più rappresentative del folk italiano, torna a suonare dal vivo: “Finalmente”. Per lui, per la musica italiana in generale, si riaprono le porte dei concerti, pur con le restrizioni e limitazioni dovute per l’emergenza sanitaria. Cisco sarà sul palco del teatro Petrella di Longiano, provincia di Forlì-Cesena: “Ci sarà una agibilità di 110 posti- racconta all’agenzia Dire- Vorrei un pubblico che canta con un fil di voce, in punta di piedi. Sarà un set acustico, suoneremo in maniera delicata. Siamo curiosi di vedere proprio il pubblico come reagirà, anche per loro sarà una prima volta, forse per qualcuno saranno più di otto mesi che non vede un concerto”.

Carriera quasi trentennale, tra l’esperienza con i Modena City Ramblers e quella da solista, eppure per questo ritorno l’emozione ci sarà eccome: “Questa è una data che era stata programma ad ottobre. Poi con i primi problemi legati al Covid l’hanno spostata due o tre volte e adesso i ragazzi hanno deciso di farla a distanza di otto mesi dall’ultimo live. Non ho mai avuto ansia a salire su un palco, al Primo Maggio a Roma ho cantato da solo davanti a tantissime persone e dopo di me sarebbe toccato ad un certo Vasco Rossi. Stavolta però un po’ di tensione ci sarà, ma sparirà dopo il secondo o terzo pezzo, quando il pubblico inizierà a cantare, cosa che mi manca più di tutte”.

Proprio il contatto con il pubblico, i volti della gente, le canzoni cantate tutti insieme, sono le cose che sono più mancate a Cisco: “Ho fatto il concerto del 25 aprile al Museo Cervi, un luogo importante. Eravamo nella stalla della casa, un luogo sacro, non vorrei essere blasfemo ma è stato come suonare in Chiesa, avevamo la tensione del luogo”. Allo stesso tempo, però, “facendo un pezzo dietro l’altro non c’era però la risposta del pubblico. Finivi il brano e c’era il silenzio, solo i cameraman che facevano ok con il pollice. Una fatica mostruosa. Tu finisci il tuo pezzo e nessuno risponde al tuo pezzo”. Otto mesi di inattività Cisco non li aveva mai provati: “In otto mesi facevo 30-40 date, spero che sia una esperienza da non provare più”.

Diverso è con il pubblico in presenza: “Senti il pubblico che canta insieme a te, che canta sottovoce, ti accompagna mentre ti esibisci. Nel momento che perdi il filo, hai il pubblico che ti suggerisce la parola che sta per arrivare. È uno spalleggiarsi- continua- È stato pesante non averlo nei live in streaming”, un evento che se dovesse ripetere, “chiederei però di avere davanti 10 o 20 persone distanziate”. Per il concerto al teatro Petrella di Longiano, band e pubblico hanno dovuto comunque rispettare delle restrizioni: “Sul palco saremo in 5, 3 davanti e 2 dietro. Siamo tutti ‘tamponati’, noi e pubblico- spiega Cisco- Io sono anche vaccinato, ho fatto le due dosi. Il pubblico, inoltre, dovrà indossare la mascherina, saranno tutti distanziati e divisi in gruppi per famiglie. Le prenotazioni sono indispensabili, queste sono le cose principali che ci hanno chiesto”, continua Cisco, che ribadisce: “Un po’ di emozione ci sarà- Ci saranno 110 persone, sarà come averne davanti 1 milione che canteranno insieme a noi”.

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