Cingolani: “Sul gas l’Italia è in sicurezza. Europa troppo in ritardo sul tetto al prezzo”

ROMA – “Sul gas abbiamo messo il Paese in sicurezza e dovremmo riuscire a fare una stagione invernale, entro certo limiti, tranquilla”. Infatti “grazie alle operazioni di diversificazione sulla parte quantità non vediamo problemi”, però “permangono problemi enormi sui costi”. Così il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, partecipando al Green talk del ‘Corriere della Sera’.

CINGOLANI: “CI SARÀ ACCORDO UE SU PREZZO GAS, MA TROPPO TARDI”

Per uno strumento che ponga un tetto al prezzo del gas, il price cap, “credo si possa giungere alla conclusione che sicuramente sarà un po’ di compromesso ma contribuirà fortemente a limitare i costi”, spiega Cingolani. Quello che si può immaginare uscirà dalle negoziazioni “sarà in sostanza un intervallo entro il quale il TTF potrà variare senza picchi di volatilità assurdi”, valuta il titolare del MiTe, “su questo stiamo convergendo”.

Però dopo “un anno che stiamo martellando su questa cosa” bene che “alla fine ci siamo portati tutti quanti dietro”, ma c’è “insoddisfazione per il fatto che un anno è troppo”, stigmatizza il ministro, “quindi non si può perdere nemmeno un giorno”. In un’economia di mercato, ricorda Cingolani, “prezzi e quantità sono correlati ma siamo in un’economia di guerra e non c’è correlazione”, rileva il titolare del MiTE, e ora “non stiamo pagando una vera mancanza di gas ma un ritardo nell’azione, nell’agire, e ciò è incredibile”.

CINGOLANI: “LASCIO LA POLITICA, C’È UN TEMPO PER I TECNICI”

A livello di governo, alla guida del ministero della Transizione ecologica “per me è sicuramente la fine. Penso ci sia un tempo per i tecnici e un tempo, che credo sia giunto, in cui il Parlamento deve riappropriarsi delle sue prerogative con scelte politiche. Ho fatto del mio meglio ma penso che il mio tempo sia finito”, afferma Cingolani.

Alla guida del MiTe “ho trovato qualche barriera ideologica che non avendo un partito alle spalle ho provato ad affrontare in termini tecnici”, sottolinea il ministro uscente della Transizione ecologica, “quasi sempre siamo riusciti a trovare un punto di accordo” ma “a un certo punto il tecnico deve fare un passo indietro”, perché “dopo che il tecnico ha spiegato cosa fare la politica deve comandare e prendersi le sue responsabilità”.

CINGOLANI: “PER SICUREZZA E INDIPENDENZA RINNOVABILI E RIGASSIFICATORI”

Rinnovabili e rigassificatori per la sicurezza energetica e l’indipendenza dalle forniture di metano, dalla Russia in particolare. Sulle rinnovabili “abbiamo avuto un’accelerazione”, nota Cingolani, e “quest’anno siamo a oltre 11 GigaWatt, tra pregresso e richieste, se manterremo il piano del Pnrr di 7-8 GW l’anno potremo sostituire 16 miliardi di metri cubi di gas”.

Inoltre, aggiunge il titolare del MiTe, “abbiamo sostituito 29 miliardi di metri cubi di gas russo con 25 miliardi di metri cubi di gas da altri fornitori”. In questo quadro “tutti stanno spostando la sicurezza verso il Gnl”, il gas naturale liquefatto che arriva via nave, quindi “l’indipendenza energetica arriva dalle infrastrutture” ed è allora “fondamentale che i rigassificatori vengano messi in funzione il prima possibile”, perché “ne va della sicurezza nazionale”.

L’indipendenza totale dalla Russia “è prevista per la seconda metà del 2024”, ricorda Cingolani, “sostanzialmente quando saranno piazzati i due nuovi rigassificatori”, ed è quindi “urgentissimo che dall’inizio dell’anno prossimo ci sia almeno il primo rigassificatore, quello a Piombino, e entro l’inizio del 2024 il secondo”.

CINGOLANI: “RIGASSIFICATORE PIOMBINO CHIAVE SICUREZZA, SENZA SUICIDIO”

Sul rigassificatore galleggiante di Piombino, contestato a livello locale e non solo, e soprattutto sulla sua entrata in esercizio, “sicurezze non ne ho”, ma “spero che tutti si rendano conto che la sicurezza nazionale dipende da quel rigassificatore”, avverte Cingolani dal Green talk del ‘Corriere della Sera’. A Piombino “c’è un problema di Nimby, Not in my backyard, ma qualcuno dovrà prendersene la responsabilità”, puntualizza il ministro, e va tenuto conto che “se avremo la nave rigassificatrice e non riusciremo a usarla, sarà un suicidio”, arrivando Gnl che non sarà possibile rigassificare, oltretutto “la nave resterà lì solo tre anni, poi la sposteremo in un sito meno invasivo”.
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