venerdì, Dicembre 13, 2024

Carlo D’Orta, un’avventura estetica tra le geometrie della città

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L’artista ci parla del suo viaggio artistico

Roma, 5 giu. (askanews) – Non sono foto usuali quelle di Carlo D’Orta, artista conosciuto ad alti livelli e con mostre e gallerie in Italia e all’estero. Nelle sue opere usa la macchina fotografica come un pennello: non per documentare o fare cronaca, ma per estrarre dalla realtà immagini pittoriche che esistono davvero, ma che spesso non sappiamo vedere.”Cerco nella realtà immagini pittoriche o nelle prospettive architettoniche, schiacciando la prospettiva con un potente zoom o cogliendo dei particolari che magari sono confusi dal resto. Oppure nei riflessi delle vetrate dei grattacieli che riflettono deformando però l’immagine di quello che c’è di fronte, creando così dei quadri astratti o surrealisti” afferma Carlo D’Orta. Immagini reali, ma effimere perché cambiano secondo la posizione da cui si osservano, l’orario, il giorno e le condizioni atmosferiche. Ogni opera di Carlo D’Orta quindi coglie l’attimo. L’architettura è il soggetto che predilige. “La prima serie ‘Vibrazioni’ è quella dedicata ai riflessi sulle vetrate dei grattacieli – prosegue l’artista – Un’altra serie si chiama ‘Biocities’ e cerca immagini di astrazione geometrica nelle prospettiche architettoniche o nei dettagli di architetture. Il nostro occhio è come un grandangolo, vede a 180° tutto intorno, quindi vede magari un dettaglio ma è confuso dal rumore circostante. Con il teleobiettivo, con lo zoom, si isola tutto il resto quello che è interessante e si tira fuori dalla realtà un’opera d’arte”.La serie “Paesaggi Surreali” cerca invece immagini deformate delle architetture e del paesaggio circostante, che ricordano la pittura surrealista del ‘900.”Queste immagini esistono realmente. Dove? Nei riflessi sui cofani delle automobili. Poiché non si trovano sempre vetture pulite o collocate nel punto giusto, mi sono fatto fare appositamente delle lastre d’acciaio che ho deformato un pochino e fotografo quindi non l’architettura, ma il suo riflesso sulla lastra deformata. Metropoli, paesi, villaggi di tutto il mondo, sono sempre alla ricerca di geometrie che sorprendano. Ogni opera inoltre è unica e non replicabile, è stampata in tiratura limitata di sole tre stampe, qualunque sia il formato, poiché così diventano delle opere d’arte, pressoché uniche come un dipinto” conclude l’artista.Quello di Carlo D’Orta è un viaggio poetico ed emozionale, mai uguale a se stesso. La sua ricerca artistica, così visionaria, è sempre aperta e a sottolinearlo è il critico d’arte Valerio Dehò:”Il lavoro di Carlo D’Orta può essere letto in vari modi, sia come un’avventura nella giungla architettonica delle grandi città, oppure come un viaggio onirico alla scoperta delle geometrie segrete che sono nascoste negli edifici che magari vediamo tutti i giorni e non ci accorgiamo di quanto siano importanti e belli. Cerca qualcosa di più profondo ed emozionalmente forte: questo qualcosa è il colore, che tante volte emerge dalle architetture stesse, dalle decorazioni dei palazzi, oppure molte volte deriva da questi riflessi. Un viaggio che diventa una sorta di avventura estetica”Con le sue foto artistiche Carlo D’Orta ci spinge verso l’astrazione e svela sottili e inaspettate linee di continuità con la realtà. Finalista e selezionato in numerosi premi nazionali e internazionali, ha esposto in Italia, Francia, Germania, Inghilterra e altri Paesi. Il suo ArtStudio/Gallery è a Roma, nel quartiere Trieste.

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