Cannoni pure dal Canada, 30 i paesi contro Mosca

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ROMA – Artiglieria pesante all’Ucraina anche dal Canada: ad annunciarlo è stato il primo ministro Justin Trudeau, che si è detto pronto ad accogliere le richieste del governo di Kiev e ha aggiunto che dettagli sulle forniture saranno comunicati nei prossimi giorni.Le dichiarazioni sono state rilasciate ai giornalisti nella località di Dalhousie ieri pomeriggio. In seguito il quotidiano statunitense New York Times ha riferito che sono ormai almeno 30 i Paesi, perlopiù membri della Nato, che hanno inviato forniture di armi a Kiev.

ALL’UCRAINA SERVONO MEZZI PESANTI

“La loro ultima richiesta è che il Canada li aiuti con artiglieria pesante in considerazione della fase attuale della guerra” ha detto il capo di governo in riferimento alle esigenze dell’esercito dell’Ucraina, impegnato a respingere un’offensiva russa cominciata il 24 febbraio.Secondo il New York Times, “l’Occidente si è concentrato sull’invio di armi a lungo raggio come obici, sistemi antiaerei, missili anti-nave, droni armati, camion blindati, mezzi da trasporto per il trasporto di personale e persino carri armati”.

BERLINO PREOCCUPATA PER I MEZZI CORAZZATI DI FANTERIA MARDER

Il giornale ha evidenziato come l’invio di forniture belliche alimenti in alcune capitali dell’Europa timori di un’escalation e di un allargamento del conflitto. Citata anzitutto Berlino, che sarebbe “preoccupata in particolare che l’invio di mezzi corazzati di fanteria Marder, considerati tra i migliori al mondo, possa essere visto dalla Russia come un intervento diretto nel conflitto da parte della Germania e della Nato”.

E OGGI HELSINKI DISCUTE DI ENTRARE NELLA NATO

Le nuove consegne coincidono con una nuova offensiva di Mosca nella regione orientale del Donbass. In stallo, invece, i negoziati tra le parti. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che la Russia continua ad aspettare una risposta dall’Ucraina su proposte consegnate nei giorni scorsi. Secondo Mykhailo Podolyak, negoziatore di Kiev, non è chiaro quando i colloqui potranno riprendere. A nuove tensioni rischia intanto di contribuire l’avvio oggi a Helsinki di un dibattito parlamentare su una eventuale richiesta di adesione alla Nato da parte della Finlandia, un Paese storicamente neutrale sul piano militare, che condivide con la Russia una frontiera di 1.300 chilometri.
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