A Bologna 3.000 persone manifestano contro il green pass

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BOLOGNA – È partita intorno alle 15.40 la manifestazione regionale dei movimenti contro il Green pass a Bologna. Al raduno in piazza Medaglie d’Oro, di fronte alla stazione centrale, per il ‘Rivoluzione Day’ si sono presentati in un migliaio con bandiere tricolori, striscioni, megafoni e fischietti. E tutti senza mascherina. Dal palco gli organizzatori raccomandano di non rispondere alle “provocazioni dei giornalisti. Se la stampa vi chiede delle dichiarazioni, mandatela da noi”.

Al grido di “la gente come noi non molla mai” e “No al green pass”, i manifestanti si avviano in corteo verso piazza dell’Unità con cartelli che, ad esempio, raffigurano il premier Mario Draghi con i tipici baffetti alla Hitler. Non mancano i riferimenti alla difesa della Costituzione e alla tutela della libertà contro “la dittatura”, le richieste di dimissioni per il premier (“Draghi vai via, sei tu la pandemia”) e gli attacchi al Governo per le misure anti-Covid adottate (“Giù le mani dai bambini”). Il corteo si muove lungo i viali, bloccando il traffico.

Arriva intorno alle 17 in piazza dell’Unità il corteo dei no green pass a Bologna, che nel frattempo è cresciuto fino a radunare almeno 3.000 persone. Lungo la strada dei balconi qualcuno applaude ai manifestanti, altri li contestano. Ripetuti gli insulti al premier Mario Draghi, con la richiesta di dimissioni, i riferimenti alla “dittatura” in cui verserebbe il Paese e gli attacchi alla stampa (“Giornalisti terroristi”) e ai ministri Speranza e Lamorgese.

In via Stalingrado non manca l’omaggio all’Halloween Pub, chiuso per aver violato la normativa anti-Covid e posto sotto sequestro. Man mano che arrivano i manifestanti, la piazza si riempie costringendo anche i ragazzi che giocano a basket nel playground a sospendere la partita (con tanto di protesta con i vigili urbani). A parte il traffico in tilt nelle varie strade in cui passa il corteo, scortato dalle Forze dell’ordine, non si registrano altri problemi.

“Siamo qui per rappresentare l’Italia più buona, l’Italia migliore, l’Italia che dice no a una manovra indecente – dicono gli organizzatori al microfono – è una piazza né comunista ne fascista, è una piazza italiana. Continuate a fare quello che avete fatto: no alla violenza, risponderemo con la pacifica rivoluzione”. La manifestazione si chiude cantando l’inno di Mameli, con il ‘Va’ pensiero’ di Giuseppe Verdi e il ‘Nessun dorma’ dalla Turandot di Giacomo Puccini.

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