Sito dell’Agenzia delle Entrate in tilt, De Lise (Ungdcec): Danno grave per commercialisti e imprenditori

“In una giornata importante di scadenze, il portale dell’Agenzia delle Entrate è andato in crash, impedendoci di fatto di lavorare. Avremmo dovuto far partire, come commercialisti, la comunicazione di cessione dei crediti per i bonus edilizi e quella per l’accesso al credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari.

E invece non è stato possibile farlo. Se aggiungiamo i continui crash del portale delle Vendite Pubbliche o del Sistema Informativo della Giustizia Tributaria Sigit, il quadro è completo.

Il problema riguarda lo Stato, ma colpisce soltanto le imprese e i professionisti, alle prese con rischi e responsabilità alle quali mai avrebbero dovuto essere sottoposti. È un danno grave e inaccettabile, per il quale pretendiamo un’assunzione di responsabilità, e la garanzia di poter lavorare in sicurezza”.

Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.

Matteo Balestra, consigliere nazionale Ungdcec, rimarca: “In piena era digitale, la tecnologia dovrebbe giocare a favore della professione, e l’Amministrazione Pubblica dovrebbe garantirne il suo funzionamento.

La differenza è che i professionisti che sbagliano incorrono in sanzioni e responsabilità anche penali, senza contare le possibili conseguenze rispetto all’Ordine di appartenenza. Se a sbagliare sono altri, se la cavano con un: “Il sito non è al momento raggiungibile, ci scusiamo per il disagio”; questo il messaggio sul sito dell’Agenzia delle Entrate”.

“Il problema – sottolinea Alessio Saraullo, consigliere nazionale Ungdcec – è che il rischio di un mancato adempimento a causa dei continui crash del sistema ricade solo sul professionista incaricato.

Quanto vale il tempo il tempo perso nell’attesa del click giusto? A quanto ammonta il danno arrecato, ad esempio, sulla mancata possibilità di partecipare ad un’asta immobiliare; o su una mancata notifica di un ricorso tributario?

La responsabilità alla fine ricadrà solo sul professionista incaricato, capro espiatorio di tutti i malfunzionamenti della cosa pubblica”.